Bologna, 25 gennaio 2021 – L’angosciante storia di Tignano non trova risposta. Così come le 19 morti tra i cavalli ospitati dall’associazione Italian Horse Protection vicino a Volterra.
A nulla sono valsi – richiesti da Ihp – consulti, interpellanze, ricerche, ipotesi di dolo, indagini.
Il mistero non ha soluzione e allora lo staff capitanato da Sonny Richichi ha deciso di affrontare il problema con l’extrema ratio di chi si trova di fronte all’imponderabile.
Visto che non si può capire perché i cavalli a Tignano muoiono, l’unica soluzione è andare via.
Ovviamente si tratta di una grossa sconfitta. Non capire perché 19 cavalli siano morti è un boccone amarissimo e Ihp non ha certo intenzione di lasciar cadere la cosa.
Del resto però è indispensabile pensare a quelli che sono rimasti, a quelli che l’associazione potrà ancora aiutare in futuro.
Da qui la decisione di fare le valigie. Ma soprattutto di fare un appello rivolto all’intero comparto equestre, privato e/o istituzionale. Serve al più presto una nuova ‘casa’ idonea a ospitare Ihp.
L’associazione valuterà ogni ipotesi, dal comodato all’affitto all’acquisto, per i terreni e gli edifici dove trasferirà la propria sede operativa e il centro di recupero – riconosciuto nel 2009 dal ministero della Salute – dove accoglie animali maltrattati e sottoposti a sequestro dall’Autorità Giudiziaria. Attualmente gli animali ospiti al centro sono 37.
Le dichiarazioni di Ihp
«È’ una decisione sofferta che ci troviamo a prendere in assenza di certezze. Ma proprio la mancanza di risposte sicure sulla causa delle morti che si susseguono ormai da due anni ci ha spinti a tentare il tutto per tutto» spiega Richichi.
«Non sappiamo se i nostri cavalli siano stati uccisi o se la causa delle morti sia da ricercare in fattori ambientali. Quello che è certo è che la gestione degli animali in questa situazione non è più sostenibile» ha aggiunto il presidente Ihp che, come tutto lo staff, ha vissuto e sta vivendo questa vicenda in un clima di grandissimo stress.
«Da troppo tempo ormai siamo costretti a confinare i cavalli in spazi ristretti, per paura che gli episodi possano ripetersi. È altrettanto certo che le morti sono iniziate subito dopo il nostro trasferimento a Tignano. Dal 2009 episodi simili non si erano mai verificati prima. Tignano era la realizzazione di tutti i nostri sogni e si è trasformato in un incubo» ha concluso Richichi sottolineando tutta l’amarezza per l’intera vicenda.
Cosa serve a Ihp
Sperando che il trasloco sia sufficiente per interrompere la catena di decessi, ecco le caratteristiche degli spazi che servono per il trasferimento di Ihp:
circa 20 ettari a pascolo, la maggior parte dei quali in piano; disponibilità di acqua per abbeverare gli animali (con la presenza di una sorgente, o altre fonti come laghetti artificiali o fiumi); allaccio (esistente o realizzabile) alla rete elettrica, telefonica e internet; circa 10 tettoie chiuse su tre lati di circa 20 metri quadrati ciascuna (presenti o realizzabili in osservanza delle disposizioni edilizie vigenti); circa 10 box (presenti o realizzabili); una tettoia aperta su tutti i lati di circa 50 metri quadrati da impiegare come fienile; un magazzino/ufficio con 3 locali di circa 15 metri quadrati ciascuno; quattro piccole unità abitative per accogliere lo staff (presenti o realizzabili anche tramite prefabbricati in osservanza delle disposizioni edilizie vigenti).
«Rivolgiamo un appello alle istituzioni e ai privati del territorio: chi possiede un terreno con queste caratteristiche si faccia avanti per aiutarci a trovare la nostra nuova casa, nella speranza che questo serva a dare finalmente una svolta alla vita dell’associazione e degli animali dei quali si occupa, garantendo loro un ambiente sicuro», conclude Sonny Richichi.