Londra, 2 maggio 2024 – Negli ultimi decenni il mondo è diventato più piccolo, e tante feste particolari di una precisa realtà culturale, geografica e anche religiosa sono diventate più o meno globali.
Ma ce n’è una inglese che a parere nostro è sfuggita all’attenzione italica, che invece meriterebbe: ed è l’usanza popolare del Jack o’ the Green.
Che per il folklore britannico è il modo in cui celebrare la primavera il 1° maggio.
Il ‘Jack’ si traveste con costumi più o meno elaborati in cui il verde, i fiori e la rinascita del mondo vegetale sono i protagonisti assoluti: è spesso accompagnato da musicanti.
L’usanza ha avuto origine nel XVIII secolo. Samuel Papys nel 1667 raccontava nel suo diario di giovani mungitrici che sfilavano a Londra il 1° maggio con ghirlande di foglie e fiori attorno ai loro secchi, che ballavano sulle note di un violinista che precedeva l’allegro corteo.
A noi piace particolarmente questo signore, che si è inventato un costume molto equino.
E chi meglio di un cavallo può apprezzare l’erba nuova, fresca e nutriente della primavera?
“Secondo Hutton, la presentazione di Raglan del Jack in the Green come una sopravvivenza pre-cristiana “rifletteva così perfettamente ciò che i folcloristi della metà del XX secolo desideravano credere che diventasse un’ortodossia”. [23] Nella sua panoramica del 1976 sulle usanze popolari britanniche. Ad esempio, la folclorista Christina Hole suggerì che Jack in the Green fosse una “figura molto antica” che rappresentava “l’estate stessa, l’antichissimo portatore del tempo dell’abbondanza”. Da Wikipedia
Qui per altre tradizioni equine, come direbbero i maghi dei social!…