Il Cairo, 5 novembre 2020 – Mezza notizia l’avevamo adocchiata un paio di settimane fa: proibito l’uso di equini e camelidi per i turisti all’ombra elle piramidi di Giza, d’ora in poi solo macchinine elettriche.
Giubilo degli animalisti, visto che erano noti i casi di maltrattamento di cavalli, asini e dromedari nelle zone dell’Egitto turistico.
Noi eravamo un po’ meno entusiasti pensando a quello che sarebbe successo ai poveri animali senza più un lavoro, in un paese dove l’economia arranca e la gente deve già faticare per mettere assieme il pranzo con la cena.
Non sono i posti dove si può contare sugli ammortizzatori sociali per ex-lavoratori del turismo a quattro gambe rimasti a spasso, insomma, quindi non ci sentivamo in corpo tutta questa felicità
E questa mattina abbiamo letto la seconda parte della nostra notizia su Egitto Today News.
Titolo: “Il mercato del crine di cavallo entro il 2020 per produttori, tipologie, applicazioni, regioni e tendenze fino al 2025″.
Seguono le previsioni del rapporto “Crine di cavallo Market 2020-2025” dove si esaminano le dimensioni, i produttori, i tipi, le applicazioni e le regioni chiave del mercato.
Non vengono trascurati nemmeno la dinamica del mercato globale, il panorama della concorrenza, la quota di stato, il tasso di crescita, le tendenze future, i driver di mercato, le opportunità e le sfide, i canali di vendita e i distributori.
Sarà un caso, certo; magari le due cose non sono collegate…forse.
Il crine di cavallo trova utilizzo nel settore dei tessuti, nella fabbricazione di spazzole e pennelli particolari.
E’ ricercato per le pulizie delicate e l’asportazione di polveri, è antistatico e resiste ad acidi diluiti e soluzioni alcaline), finisce nelle fodere dei cappotti, nelle coperte termiche e nelle tele che fanno l’ossatura dei cappellini per signora.
Morale della storia?
Non c’è niente da esultare quando un cavallo, o un asino o chi per loro perde il lavoro: perché quell’asino, quel cavallo e quel dromedario vengono macellati.
Sarebbe molto più utile aiutare, educare, costringere, obbligare chi lavora con loro a trattarli bene.
Perché i cavalli possono lavorare, lo sanno benissimo tutti quelli che li conoscono quanto sono pieni di buona volontà nel collaborare con l’uomo.
Devono poterlo fare in condizioni di benessere: ecco, allora sì che si potrebbe esultare.
Da considerare che il trattamento riservato agli animali che lavorano con i turisti in Egitto era davvero vergognoso: non si contavano i casi di maltrattamento, erano spesso costretti a razioni da fame e patire la sete.
Certo, così hanno smesso di soffrire.
E’ veramente un peccato che in situazioni simili, conosciute da tutti sin da prima della partenza dei vacanzieri da casa, non si riesca a convincere le persone a non utilizzare cavalli, asini e dromedari maltrattati.
Saremo dei sognatori, lo sappiamo.
Forse uno sciopero generalizzato dei turisti contro gli affitta-cavalli maltrattatori avrebbe funzionato, e vedendo che lavoravano solo quelli con animali ben tenuti anche gli altri si sarebbero adeguati – è il mercato che decide l’offerta, no?
Ma si vede che era sperare troppo, ahinoi.
E dire che il Mahatma Gandhi era riuscito a convincere gente ben meno istruita e fortunata del turista occidentale medio a comportarsi in modo civile e nonviolento.
Va beh, altri tempi, certe cose non sono più di moda.
In Egitto, paese a maggioranza musulmana, non si consuma carne equina.