Bologna, 5 maggio 2023 – Tutti con la B a indicare il comune anno di nascita, tutti morti per il caldo torrido nella stiva di un traghetto della Moby mentre viaggiavano verso Chilivani, in Sardegna. Si chiamavano Botrus, Bandidu de Zamaglia, Bometeor, Bomodel da Clodia.
Il caso risale all’estate del 2020 e la giustizia sta arrivando all’epilogo di questa straziante vicenda.
Dopo la richiesta di rinvio a giudizio per quattro imputati da parte della Procura di Tempio Pausania, ieri si è tenuta l’udienza fissata lo scorso gennaio.
Gli imputati sono il comandante del traghetto, il primo ufficiale , l’allievo ufficiale e l’autista incaricato del trasporto dei cavalli, difeso dall’avvocato Maurizio Mani. Gli avvocati difensori dei due ufficiali, Giovanni Cimmino e Francesco Longhini, hanno chiesto l’oblazione per il reato di maltrattamento di animali e l’udienza di ieri si è incentrata sulla nomina del consulente da parte dei legali degli imputati per stabilire una cifra di massima per il risarcimento da riconoscere alla scuderia proprietaria dei cavalli. Secondo la Procura di Tempio Pausania, il valore degli animali sarebbe stato di circa un milione di euro, cifra sulla quale si pronunceranno appunto i consulenti di parte.
La Scuderia Clodia e la onlus Horse Angels, parte civile nel processo, hanno così preso atto che vi è la disponibilità della compagnia Moby a trovare un accordo economico per ripagare la perdita subita.
La dichiarazione di Horse Angels
«Siamo in una fase delicata del dibattimento» ha dichiarato Roberta Ravello, presidente di Horse Angels Odv. «La Scuderia Clodia ha ogni diritto di trattare un eventuale risarcimento. Ma a parlare di cifre in questo momento si rischia di sbagliare. Per quanto riguarda Horse Angels, in qualità di parte civile per i cavalli – al momento non abbiamo avuto alcun contatto. Attendiamo l’udienza del prossimo 6 luglio, confidando nell’applicazione della legge e nel lavoro dall’avvocata Giulia Cossu che ci rappresenta».