Un evento storico per l’isola di Pantelleria: alle 17:30 del 13 febbraio, è nato Ettore di Sibà, un giovane asino pantesco che segna il punto culminante di un importante progetto di recupero della razza locale, oggi minacciata di estinzione.
L’asino pantesco, razza autoctona che risale al I secolo a.C., ha origini che si intrecciano con l’incrocio tra l’asino selvatico africano (Equus africanus) e asini siciliani, tra cui la varietà ragusana. Quest’animale è noto per la sua straordinaria resistenza, velocità e per la capacità di trasportare carichi pesanti su terreni impervi. La sua andatura, elegante e sicura, è adatta a percorrere lunghe distanze con efficienza, grazie al passo dell’ambio, una tecnica che pochi altri asini riescono a eguagliare.
La razza, però, è stata messa a rischio dalla scarsità di esemplari puri, a causa dell’uso bellico durante le guerre mondiali e degli incroci con altre razze per ottenere muli più forti. Ma il suo destino ha iniziato a cambiare nel 1989, quando l’Azienda Regionale Foreste Demaniali della Regione Siciliana ha avviato un programma di recupero, individuando alcuni esemplari ancora puri e avviando un programma di selezione per preservare la razza. Questo progetto ha avuto successo, e oggi l’asino pantesco è registrato nel Registro Anagrafico delle Razze e Popolazioni Equine.
La nascita di Ettore di Sibà, avvenuta grazie al progetto del Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale, è la dimostrazione tangibile dei progressi compiuti. Il Dipartimento, che gestisce il recupero e la riproduzione degli asini sull’isola, si occupa anche della cura degli animali e della gestione delle strutture in località Gelfiser, dove questi vengono ospitati. Un successo che rappresenta non solo un ritorno alle radici, ma anche una promessa per la conservazione e il futuro di questa razza che è parte integrante della tradizione e dell’identità di Pantelleria.
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