Bologna, 20 maggio 2024 – I Brumbies in Australia sembrano destinati ad avere pochissime chance a causa dell’uomo.
Dopo le numerose dispute legate al provvedimento approvato dal governo dell’aerial culling, la cruenta soppressione con armi da fuoco dagli elicotteri, questa volta a fare cronaca è un caso che definire raccapricciante è poco.
In una tenuta a Wagga Wagga, una città da poco più di 55mila anime in una zona rurale che conta 12 abitanti per chilometro quadrato, la polizia ha rinvenuto diverse centinaia di carcasse di cavalli in una proprietà privata. Si parla di qualcosa come 500 animali morti. Alcuni dei quali sicuramente Brumbies.
Mentre il proprietario della tenuta si difende dicendo che si tratta di poche decine di resti e che i cavalli sarebbero serviti per alimentare i suoi cani, gli inquirenti hanno bloccato a titolo preventivo il programma di adozione dei Brumbies, una delle attività alternative alla loro uccisione per limitarne la presenza nel Kosciuszko National Park.
Naturalmente, il segretario del Dipartimento sui cambiamenti climatici, energia, ambiente e acque ha promesso che entro la prima settimana di giugno una commissione passerà alla lente d’ingrandimento tutte le attività del National Parks and Wildlife Service (NPWS) rehoming program, il programma di ricollocamento dei Brumbies del Npws.
L’investigazione sarà condotta da un ente terzo al servizio, già nel mirino – e non solo in Australia – per le severe critiche sull’aerial culling e soprattutto per ill censimento reale delle presenze equine all’interno del parco. Accanto al caso di Wagga Wagga, verranno verificate anche tutte le operazioni di controllo post-adozione. In pratica, si andrà a vedere se chi doveva vigilare sui Brumbies dati in adozione ha realmente fatto il proprio lavoro.