Piacenza, 13 gennaio 2021 – Chi ci segue lo sa: a noi i cavalli piacciono tutti, compresi quelli dei monumenti equestri.
Come i cavalli del Mochi a Piacenza: nome d’uso delle due opere secentesche dello scultore di Montevarchi Francesco Mochi.
Che sono così pieni di carattere che hanno dato il nome alla piazza più importante della loro città, e nelle loro forme piene e nelle criniere esuberanti ci piace ritrovare i cavalli autoctoni locali, i Bardigiani.
In fondo anche soltanto perché sono cavalli, e tanto basta a noi maniaci per essere affezionati anche a quelli di bronzo.
Quindi chissà se sarà proprio tra noi ippofili che l‘amministrazione comunale di Piacenza troverà i partner privati che sono indispensabili per il restauro e la riqualificazione delle due statue equestri, in particolare i basamenti e bassorilievi.
Oltre a loro fanno parte del progetto la statua dedicata a Giandomenico Romagnosi e la facciata dell’ex chiesa di Sant’Ilario di via Garibaldi, sempre a Piacenza.
Spiega l’assessore alla Cultura del comune piacentino, Jonathan Papamarenghi: «Questi restauri potranno fungere da attrattiva per i turisti che vengono in visita a Piacenza e per tutti i piacentini che amano le bellezze del centro storico, per dare un volto più fresco alla nostra piazza».
Una ‘chiamata alle arti’ per enti e aziende di buona volontà per queste opere, legate a doppio filo all’ippologia locale non solo per via dell’iconografia equestre ma anche grazie alla Via Francigena.
L’ex-chiesa di Sant’Ilario infatti nel Medioevo era un ospedale dedicato ai pellegrini che la percorrevano.
Ma cosa c’entra la Via Francigena con i cavalli in generale e coi Bardigiani in particolare?
Questo ve lo racconteremo presto: rimanete connessi!
Qui per un nostro recente articolo su Piazza Cavalli, e qui per saperne un po’ di più sui Bardigian…ooohps, sui cavalli del Mochi.
Fonte: Ansa
La foto che raffigura Alessandro Farnese ha partecipato al Wiki Loves Monuments 2013