Bologna, 17 ottobre 2023 – È uscito in questi giorni il Rapporto Zoomafia 2023 curato da Ciro Troiano.
Alla sua ventiquattresima edizione, questo report scatta una istantanea sugli interessi della criminalità organizzata in un ambito considerato, forse erroneamente, periferico e che tuttavia svolge anche un ruolo di sentinella molto importante: quello degli animali.
Realizzato con il patrocinio della Fondazione Antonino Caponnetto, lo studio di Troiano non ci fa sentire affatto tranquilli e conferma quanto abbiamo avuto modo di ribadire più volte in merito alla piaga delle corse clandestine.
Insieme al traffico di cuccioli, le corse clandestine sono ai vertici dell’infausta classifica dei reati della criminalità organizzata che vedono il coinvolgimento degli animali. Che ne sono naturalmente vittime.
Numeri importanti
Secondo l’analisi di Troiano, esaminando i dati di un campione delle 110 Procure tra Ordinarie e Minorili (su 169) che hanno aderito all’indagine sia quest’anno sia l’anno passato (un campione pari al 65% di tutte Procure) nel 2022, sono stati aperti circa 25 fascicoli al giorno. Uno ogni 58 minuti. Con circa 13 indagati al giorno, uno ogni 110 minuti, per reati a danno di animali. Si registra a livello nazionale un tasso di 14,9 procedimenti e di 7,7 indagati ogni 100.000 abitanti.
Se si considera che si tratta di stime basate su un campione parziale e non sul numero totale delle Procure italiane, dato quindi indicativo, il panorama che ne emerge lascia presagire tinte ancora più fosche.
Corse clandestine: la punta dell’iceberg
In merito allo sfruttamento dei cavalli per illeciti – le odiose corse clandestine – l’analisi di Troiano è chiara: in tema di illegalità e controllo del territorio le corse clandestine dei cavalli assumono particolare rilevanza.
“Insieme alle scommesse illegali e al rischio per l’incolumità di persone e animali, rappresentano una plateale manifestazione del potere della criminalità che si appropria di pezzi del territorio. Eventi criminali che coinvolgono decine di persone e che pongono in essere un vero e proprio rito collettivo di esaltazione dell’illegalità che trova ampia risonanza sui Social. Le corse clandestine di cavalli, infatti, sono trasmesse anche suoi Social in particolare TikTok. Non si tratta di una mera ostentazione goliardica, ma di una vera e propria “diretta” finalizzata a canalizzare gli “spettatori” interessati. Non è difficile capire come questo possa essere anche funzionale all’esercizio di scommesse clandestine. In una diretta due uomini che seguono la gara ostentano un ventaglio di banconote da 50 e 100 euro agli spettatori, invitandoli a scommettere per le prossime date. Fra i commenti, si stabiliscono gli appuntamenti, e si incitano i cavalli. Sono riduttive le analisi che relegano le gare clandestine nei confini della microcriminalità, senza contiguità con interessi economici e illegali di più ampio spessore. Al contrario, esiti giudiziari e analisi investigative testimoniano come esse rientrino nel circuito criminale territoriale e siano inserite in un più ampio e allarmante contesto delinquenziale”.
Nel 2022 sono stati registrati 6 interventi delle forze dell’ordine, 6 corse clandestine denunciate, 54 persone denunciate, 5 cavalli sequestrati. In 25 anni, da quando è iniziato il lavoro di raccolta dei dati per il Rapporto Zoomafia, ovvero dal 1998 al 2022 compreso, sono state denunciate 4223 persone. 1389 i cavalli sequestrati e 155 corse e gare clandestine bloccate o denunciate.
Cosa serva a questo punto il Rapporto di Troiano non lo dice… Ma è facile capire che stretta osservazione, controllo e presidio costante del territorio potrebbero fare la differenza. Insieme a una maggiore cultura della legalità da parte di tutti.
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