Bologna, 6 novembre 2020 – Per chi si lamenta, in Italia, del continuo mutare di regole in tempi di pandemia, la notizia è che siamo in buona compagnia…
In Gran Bretagna per esempio, dove solo pochi giorni fa era stata annunciata la chiusura dei centri ippici fino al 2 dicembre, il governo ha deciso di derogare e attraverso il Dipartimento per la digitalizzazione, la cultura e lo sport, il Defra, Sport England e la British Equestrian Federation ha fatto sapere che: “Tutte le competizioni e gli allenamenti riconosciuti dagli enti firmatari sono sospesi per la durata del lockdown. Si raccomanda che anche gli eventi organizzati al di fuori di questi enti siano altresì sospesi, e tra questi anche tutti i tipi di concorsi equestri. L’attività di allenamento può essere interpretata come movimentazione dei cavalli per esercizio ed è tra quelle per le quali sono autorizzati gli spostamenti che però devono avvenire nell’osservanza delle specifiche misure e con rispetto del numero dei contatti che è consentito avere”.
Scuderie e centri ippici, dopo essere stati inseriti in un primo tempo nelle attività sottoposte a chiusura, in virtù del tavolo di lavoro condotto con tenacia da Bef, British Horse Society, British Horse Council e l’Associazione che raccoglie le scuole di equitazione britanniche sono state stralciate dall’elenco e possono quindi rimanere aperte, nel rispetto servero delle norme anti-Covid e con l’applicazione rigida delle misure igieniche previste dai protocolli.
Le persone possono recarsi in scuderia per vedere il proprio cavallo ma… “gli spostamenti devono essere essenziali e i più diretti possibile”.
Si può montare all’aperto, in luoghi pubblici, anche se Bef sottolinea che si tratta di sessioni di esercizio e idealmente dovrebbero iniziare e concludersi nella scuderia di appartenenza.
Gli istruttori possono recarsi a casa dei clienti a fare lezione, anche se questo punto non è stato del tutto chiarito dagli organi governativi.
E alla fine di tutte queste aperture, arrivano le parole del presidente ad interim della British Equestrian Federation, Iain Graham: «Dobbiamo fare la nostra parte e stare a casa il più possibile per minimizzare i contatti e contenere il virus».
Alla coscienza di ciascun cittadino/equestre britannico quindi come comportarsi.