Bologna, 1 agosto 2022 – La crisi di governo in Italia ha cambiato l’agenda dei nostri Tg agostani, ma la guerra in Ucraina non è finita. È dura e spaventosa come quando è iniziata, il 24 di febbraio. Ce lo ricordano, oltre a tutto il resto, i nitriti di circa 20mila cavalli che purtroppo sono costretti a chiedere ancora il nostro aiuto.
È questo l’enorme numero di cavalli che l’Ukrainian Equestrian Federation Charity Foundation ha riportato in un recentissimo accorato appello nel quale si chiede aiuto. Aiuto per salvare quanti più cavalli possibile. Mettendo in conto che non ci sarà ‘la possibilità’ per tutti e che la guerra è guerra…
Oggi, secondo quanto monitorato dalla Federazione Ucraina, attiva fin dalla primissima ora, accanto a cibo e farmaci, l’altra emergenza riguarda le apparecchiature diagnostiche portatili e le cliniche mobili.
Il paese è vasto, la guerra non fa sconti e non si riesce a spostare i cavalli verso i centri di cura. È più facile cercare di raggiungerli là dove sono. Cosa che i pochi veterinari – circa 30 per un territorio vasto quanto l’intera Francia – oramai allo stremo delle forze, provano a fare con ogni mezzo.
Tra le criticità segnalate, carenza di cibo, rischio di morte per fame, coliche dovute alla povertà degli alimenti spesso non idonei, ferite, stress dovuto ai bombardamenti e riallocazione rimangono tra le sfide principali contro le quali misurarsi.
Il centro di monitoraggio della situazione di crisi, ha individuato 4 problematiche principali affrontate dai veterinari nei loro spesso disperati interventi.
- Mancanza di medicinali, compresi antidolorifici, anestetici, sedativi, antibiotici, antinfiammatori. Alcuni sono in realtà disponibili ma i proprietari non possono permetterseli
- Il personale specializzato necessita apparecchiature diagnostiche, compresi radiologici portatili, ultrasuoni ed endoscopi
- Non ci sono cliniche mobili per portare il primo soccorso ai cavalli dei territori liberati
- Molti proprietari non hanno risorse per pagare i veterinari per i loro interventi
Il rapporto della Ukrainian Equestrian Federation Charity Foundation spiega che nella stragrande maggioranza dei casi i veterinari chiedono solo la copertura delle spese del carburante, un bene molto caro e difficile da reperire.
Secondo quanto spiegato da Taisia Stadnichenko, a capo dell’Ukrainian Operations for the UEF-CF, è allo studio un sistema per ‘pagare’ grazie ai fondi raccolti, una tariffa minima ai veterinari che stanno lavorando senza sosta. Per consentire loro di continuare in questa vera e propria missione di salvataggio. Anche se… i fondi non sono infiniti e man mano che il tema della guerra si raffredda, stentano sempre più ad arrivare.
Dai dati dell’Agenzia ucraina per l’identificazione e la registrazione degli animali, risulta che nel Paese sono registrati 18.800 cavalli. Ma è altresì noto che una parte significativa di cavalli non sia registrata dai proprietari. Tra i cavalli registrati, circa la metà sono utilizzati per lo sport e il tempo libero. Gli altri sono cavalli da lavoro. L’Ukrainian Equestrian Federation Charity Foundation tiene traccia di 6.000 cavalli. Tra questi, 3.500 ricevono assistenza regolare. Ma là fuori ce ne sono ancora tanti…
Per contribuire e continuare ad aiutare: www.helpukrainehorses.eu