Bologna, 20 dicembre 2020 – Sconcerto, incredulità e rabbia tra gli amici di Ihp che si trovano di fronte all’ennesima morte improvvisa quanto inspiegabile di un cavallo nel Centro di recupero a Volterra. La terribile sequenza è iniziata nel 2018 e già a Fieracavalli 2019 avevamo avuto occasione di parlarne con l’allora presidente Sonny Richichi, dimissionario a maggio di quest’anno proprio a causa di un dissenso interno a Ihp sulla gestione di questa orribile vicenda.
Lady Agata, 26 anni, è la diciannovesima vittima. I suoi ultimi attimi di vita si sono svolti sotto gli occhi dello staff, impotente, impegnato nelle operazioni routinarie del centro: la cavalla si è improvvisamente accasciata, ha iniziato a rantolare ed è spirata prima che nessuno potesse intervenire. Fino a pochi istanti prima, l’animale appariva assolutamente normale, non presentava cioè sintomi o segni di malessere. Secondo quanto dichiarato dallo staff di Volterra, non soffriva di alcuna patologia.
A ciò si aggiunga che le circostanze e la dinamica della morte sono identiche a quelle che hanno riguardato altre due cavalle il 18 ottobre e il 17 novembre scorsi.
L’associazione ha attivato la procedura per sospetto avvelenamento, sulla base delle ordinanze del Ministero della Salute e della Legge della Regione Toscana. Sul posto si sono recati la Asl e i Carabinieri Forestali di Volterra per i rilievi del caso. L’autopsia è in corso di svolgimento.
Nonostante le numerose indagini diagnostiche fatte dall’Istituto Zooprofilattico di Pisa e nonostante i molti pareri chiesti a esperti in Italia e all’estero, a oggi tutte le 19 morti, compresa quella di Lady Agata, restano ancora senza spiegazione.
La mancata individuazione della causa di morte è motivo di forte angoscia per Ihp e lascia aperte le ipotesi di intossicazione per cause ambientali così come di avvelenamento doloso.