L’uragano Milton: chi di noi non ha pensato al grande Milton di John Whitaker? Il mitico grigio che ci ha fatto sognare in tutto il mondo.
Oggi purtroppo il nome di Milton non evoca più solo questo grande cavallo, ma per molti è diventato puro terrore. Lo stesso terrore che rivediamo nel gesto estremo di tante persone che non hanno potuto evacuare i loro cavalli e si sono visti costretti a scrivere i propri numeri di telefono sul dorso dei loro compagni.
Davanti all’arrivo di un tornado con una forza mai registrata nella storia; davanti al Presidente degli Stati Uniti che dichiara che Milton sia “la tempesta del secolo” ed esorta tutti gli abitanti delle zone che saranno colpite di scappare nei rifugi perché ormai non c’è più tempo per evacuare; davanti all’attesa di essere travolti da una calamità del genere, come si può pensare di abbandonare i propri cavalli al loro destino ed essere travolti da Milton?
Ognuno fa ciò che può, c’è chi porta il proprio cavallo di 31 anni in casa, in salotto, e insieme aspettano che Milton li colpisca, poi c’è chi intreccia dei AirTag, ossia dei bigliettini con i propri recapiti, nelle criniere, nella speranza che se il tornado dovesse trascinare via i loro compagni, possano poi essere ricontattati. Infine c’è chi, nella più totale disperazione, non può che scrivere sul dorso del cavallo il proprio numero, pregando che Milton li risparmi.
La forza di un grande campione del passato si è trasformata oggi nella forza di uno degli uragani più distruttivi del secolo.
Purtroppo, non tutti possono evacuare, spesso fuggire è molto costoso. E così, come le autorità hanno consigliato a tutti coloro che non sono potuti scappare di scrivere sul proprio braccio e su quello dei propri cari, con un pennarello indelebile, le generalità per poter essere riconosciuti, in egual modo i cavalli sono marchiati con della vernice per non essere perduti dai loro compagni uomini.
Per la prima volta, in questa attesa di paura, la marchiatura come segno di segno d’amore e non di emarginazione.