Bologna, 10 agosto 2024 – Si chiude, rispettando l’ordine alfabetico, il giro di interviste di Cavallo Magazine ai candidati alla Presidenza della Fise. È la volta di Francesco Vergine.
Perché si candida alla Presidenza della FISE?
«È una candidatura per garantire una campagna elettorale corretta. Sono stato per due mandati il Presidente del Consiglio dei Presidenti regionali. Credo necessario informare i nostri tesserati di quanto sia stato fatto e, soprattutto, della condivisione e dell’ampio contributo che i Presidenti regionali hanno offerto alla gestione della Federazione. Ho deciso di candidarmi per dare voce ai territori e per smorzare i toni di una campagna oramai solo denigratoria nei confronti di Marco Di Paola. Con dati e documenti alla mano, intendo dimostrare “come” sia stata gestita la nostra federazione negli ultimi anni, spegnendo le insinuazioni, le illazioni diffamatorie e smascherando le bugie
2 Se dovesse indicare i tre punti cardine del suo programma quali indicherebbe?
«In continuità con quello che è stato fatto in questi 8 anni con Marco Di Paola, abbiamo bisogno di una Federazione che: eroghi servizi (ai tesserati, ai centri, ai tecnici, ai proprietari ed a tutto il movimento che ruota intorno, semplificando le procedure ma senza sacrificare la qualità); che assista i suoi appartenenti (pensiamo al mondo legale, fiscale o a quello dei vari contributi statali o regionali previsti per lo sport e che meritano di essere intercettati dai nostri centri); che crei le condizioni per crescere, valorizzando le tante intelligenze di cui i territori sono ricchi. Dunque, servizi, assistenza e crescita meritocratica».
La sua ricetta per allargare la base dei tesserati?
«Il COVID è stato una sciagura, ma la Federazione con Marco Di Paola è riuscita a trasformarlo in una formidabile occasione di crescita, grazie a provvedimenti rapidi e coraggiosi presi dal Consiglio federale e dai Presidenti dei Comitati regionali. Nel 2021 abbiamo toccato 160 mila tesserati superando il ciclismo, la ginnastica e il rugby. Dobbiamo cercare di non disperdere questo patrimonio. Anzi bisogna consolidarlo, implementando i circuiti regionali a basso costo, con una federazione attenta alle esigenze della base, e non solo del vertice, e soprattutto proporre l’equitazione come un’occasione per coltivare i valori dello sport senza trascurare l’attività fisica dei cavalieri e la cultura equestre che ci appartiene, senza imporre il primato agonistico a ogni costo. In questo contesto, bisogna valorizzare le altre discipline che compongono gli sport equestri e che rischiano, stando a quanto affermato da alcuni candidati, di fossilizzarsi sul vertice del salto ostacoli. Abbiamo, invece, bisogno di fare l’opposto se vogliamo crescere. C’è un equivoco di fondo: si parla della base come dei principianti che vanno “gestiti”. La base, invece, che rappresenta la percentuale decisamente maggiore dei nostri tesserati, è costituita da un mondo, agonistico e non, low cost, che pratica il nostro sport con dedizione e che non ha un diritto in meno di quanti – legittimamente -aspirano alle olimpiadi».
Come intende incentivare i proprietari ad investire in cavalli di alta qualità per i cavalieri italiani e che ruolo può avere la Fise in questo?
«In questo sport il cavallo svolge un ruolo fondamentale. In questi anni, insieme al Presidente Di Paola, abbiamo realizzato tanti progetti e, nonostante abbiamo cavalieri eccellenti, è impossibile rinunciare alle offerte milionarie di vendita dei cavalli. Riproporre quello che funzionava solo 10 o 5 anni fa è oramai anacronistico, come ritengo invece utopistico proporre vincoli che limitino la commerciabilità dai cavalli. Bisogna aiutare i cavalieri ad instaurare rapporti professionali con i proprietari dove siano chiari i reciproci diritti e doveri. Spesso i nostri cavalieri perdono cavalli promettenti perché non hanno un contratto chiaro che regola i rapporti con il proprietario oppure i rapporti si incrinano per equivoci dovuti a mancanza di chiarezza. La Federazione deve inoltre aiutare i cavalieri a implementare la propria professionalità nonché la propria immagine e deve creare un ambiente sereno dove i proprietari si sentano a proprio agio con attenzioni che valorizzino ed enfatizzino il loro ruolo. Proprio in tale contesto, credo che le notizie diffuse da alcuni candidati vadano proprio nel senso opposto. Ritengo che demonizzare l’avversario e, soprattutto, divulgare notizie false ed allarmanti sulla nostra federazione, allontani quanti potrebbero avere interesse ad avvicinarsi per investire. Abbassiamo i toni e valorizziamo il binomio che dovrebbe pervadere una campagna elettorale del mondo sportivo: “verità e rispetto”».
Ha progetti specifici per la formazione degli istruttori?
«Siamo l’unica nazione al mondo che impone la presenza di un istruttore con allievi minorenni. Questo vincolo è una responsabilità che ci impone di trasferire loro tanta cultura equestre e grande professionalità. In questi 8 anni con Marco Di Paola abbiamo modernizzato molto la formazione e soprattutto l’approccio con la Formazione. Esiste un programma e dei testi didattici su cui prepararsi e una piattaforma di e learning per fare formazione ed esami a distanza, come nelle più moderne università. Finalmente è stata abolita la delega che consentiva a un primo livello di fare l’attività del terzo livello con la delega di un secondo livello. Questo da dignità e definisce il ruolo di ogni livello. Adesso possiamo implementare la qualità della nostra offerta formativa».
Quale ritiene sia la corretta gestione e programmazione dell’attività ai Pratoni?
«Il recupero del CEF è stato un importante successo. Qualsiasi Federazione ha un proprio centro federale che rappresenta l’eccellenza della cultura sportiva. Questo risultato non ha prezzo come non ha prezzo la cultura. Ciò detto, la linea attuale mi sembra condivisibile. I Pratoni del Vivaro generano entrate attraverso la Formazione federale, l’organizzazione di eventi sportivi, campus estivi, ritiri collegiali e allenamenti individuali».
Quali sono le azioni da mettere in atto per la preparazione dei nostri atleti in ambito internazionale e olimpico?
«Se per ambito internazionale intendete i campionati europei e/o del mondo non è semplice una risposta poiché molti dimenticano che abbiamo 12 discipline anche molto diverse tra loro e che meritano, tutte, la medesima attenzione. La gestione degli ultimi anni ha portato ad un risultato incredibile: i giovani con patente di secondo grado nelle discipline olimpiche sono passati da 32 del 2017 a 168 del 2023. Quindi investirei molto nei giovani che sono il futuro del nostro sport. Sono il nostro vivaio, il nostro futuro. Stiamo assistendo a cambiamenti molto rapidi nei modelli organizzativi dello sport e solo i giovani sono pronti a recepire e attuare questi cambiamenti. Senza dimenticare, però, chi è meno giovane e che ha piacere a continuare a fare agonismo in un contesto di qualità e di sicurezza, come, ad esempio il movimento degli ambassador che è in continua crescita».
Quali saranno le priorità in termini di allocazione delle risorse in relazione al budget federale?
«La domanda ha una ed una sola risposta: bisogna investire sullo sport e per lo sport. Significa limitare le spese di funzionamento, concentrandole su quelle finalizzate ad erogare servizi ai tesserati. Sul punto, ho un argomento particolarmente a cuore: chi ricopre incarichi politici non deve “vivere” con denari federali, nè essi devono rappresentare – direttamente o indirettamente – una cospicua parte delle proprie entrate. I soldi di Fise devono essere riversati nello sport, in una percentuale che sia la più alta possibile. Vorrei che ogni candidato presidente spiegasse all’elettorato quali sono le fonti del proprio reddito, per consentire a ciascun tesserato di poter confidare sul fatto che è davvero un’attività di volontariato e che la Federazione non è un bancomat. Questi otto anni di gestione della presidenza Di Paola hanno consentito di avere un bilancio chiaro e trasparente, costantemente condiviso dalla Consulta, nonché una federazione messa in sicurezza rispetto a eventuali rischi a cui era esposta. Oggi bisogna investire sui giovani per aiutarli ad avere un’occasione e sui servizi da prestare ai circoli ippici. La riforma del lavoro sportivo è un cambiamento epocale a cui i nostri circoli e i nostri istruttori non sono preparati. Bisogna investire per assisterli e accompagnarli in questo importante cambiamento».
Qual è la prima cosa che farà da Presidente in caso venga eletto?
«Ritengo che tutte le grandi organizzazioni debbano avere una continuità e una coerenza di andamento. Cercherò di portare avanti e completare le importanti innovazioni apportate in questi 8 anni e se necessario correggere qualche errore».
Esclude l’ipotesi di allearsi con uno degli altri candidati prima del voto?
«L’unica alleanza che potrei immaginare è con Marco Di Paola con cui condivido principi e valori».
Il suo appello finale agli elettori…
«Il 9 settembre venite a votare, fondando il vostro convincimento sui programmi e sull’affidabilità di chi intenda realizzarli».