Bologna, 13 luglio 2022 – Ferrara, Pordenone, Gorizia, Udine, Pavia. Brescia, Cremona, Modena, Nuoro, Lodi, Mantova, Verona, Reggio Emilia, Rovigo, Parma, Piacenza. Senza contare il caso riscontrato a Padova che interssa un paziente umano… Questa la mappa del solo mese di luglio per quanto riguarda la presenza di zanzare risultate infette e portatrici di West Nile in Italia.
In molte regioni italiane è già scattato l’allarme. In Emilia Romagna per esempio, dove è stato dichiarato un livello di rischio 2 (probabilità di epidemia bassa/moderata) è stata sottolineata l’importanza di osservare attentamente il piano di prevenzione predisposto dal Ministero della sanità già nel 2016 e aggiornato negli anni successivi. Tale piano, tra l’altro, comporta la messa in atto di interventi di controllo del vettore (le zanzare) e di prevenzione dell’infezione nell’uomo e negli equini.
Nella provincia di Modena con particolare riferimento ai Comuni il cui territorio si estende nelle zone di pianura e/o in quelle pedecollinari e collinari, gli organismi preposti alla salute pubblica hanno diramato una serie di raccomandazioni proprio per combattere la già presente West Nile.
1. Continuare ad attuare rigorosamente gli interventi di lotta antilarvale di competenza dei Comuni e intensificare le attività di controllo e sostegno alle attività effettuate dai privati.
2. Effettuare interventi straordinari preventivi con adulticidi qualora sia in programma una manifestazione che comporti il ritrovo di molte persone nelle ore serali in aree all’aperto.
3. Sensibilizzare i proprietari di equidi a vaccinare gli animali di proprietà.
Pericoloso per loro e per noi
Ma proviamo a comprendere perché la West Nile è qualcosa che merita davvero tutta la nostra attenzione. Dall’inizio di giugno 2020 sono stati segnalati in Italia 68 casi umani confermati di infezione da West Nile Virus (WNV), di questi 45 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva, 7 casi come febbre confermata, 16 casi identificati in donatori di sangue. Tra i casi sono stati riportati 5 decessi.
A fornire quetsi dati non sono i poteri occulti delle big-pharma. Né pericolosi bioterroristi. Sono dati che arrivano da enti come il Centro nazionale del sangue o il Centro nazionale trapianti. Quindi, se mettendo al sicuro i nostri cavalli possiamo anche contribuire a tenere sotto controllo questo spinoso problema di salute pubblica, vale sicuramente la pena di farci un pensierino.
Il virus del Nilo Occidentale (conosciuto con la denominazione inglese di West Nile Virus) è un Arbovirus che può infettare l’uomo a seguito della puntura di una zanzara a sua volta infetta. Uomo e cavallo sono considerati ospiti occasionali. E la prevenzione a questo virus si basa soprattutto sulla lotta agli insetti vettori, la vaccinazione nei cavalli e la protezione individuale con insetto-repellenti nell’uomo.
Coordiniamo la difesa
Oltre alla raccomandazione diramata in Emilia Romagna proprio in questi giorni, già da tempo anche l’American Association of Equine Practitioners (Aaep) raccomanda di includere il vaccino contro la West Nile nel programma vaccinale annuale. Anche molti veterinari europei ritengono che il vaccino sia la prima misura di protezione che si possa offrire al proprio cavallo. Senza contare il fatto che un vaccino costa infinitamente meno delle cure necessarie per contrastare la malattia.
Come ci spiegano gli esperti, il vaccino contro la West Nile offre una protezione individuale. Quindi poco importa se i cavalli ‘vicini di box’ non hanno aderito a loro volta a questa vaccinazione. Il nostro veterinario saprà sicuramente indicarci, a seconda della zona della penisola in cui si trova il cavallo, quale sarà il momento migliore per la vaccinazione di profilassi.
In seconda battuta bisogna predisporre un programma di contrasto agli insetti che passa attraverso la disinfestazione stagionale e l’uso di ogni prodotto insetto-repellente. Funzionano e insieme al vaccino abbattono le percentuali di rischio.