Bologna, 24 agosto 2021 – Isbushenskij… Ci sono eventi storici che appartengono al Dna clturale di ogni uomo o donna di cavalli. Di tutte le età. Di ogni generazione. Tipo le immagini in bianco e nero dei Fratelli d’Italia, Piero e Raimondo D’Inzeo. Oppure quelle caleidoscopiche di Varenne che saluta la tribuna. Oppure le narrazioni di quando la fotografia era così imperfetta da fornire solo una pallidea idea di ciò che voleva rappresentare.
E questo è proprio il caso di Isbushenskij, la carica eroica del Savoia Cavalleria. Di cui oggi ricorre la celebrazione. E che cavalieri paracadutisti del Reggimento Savoia Cavalleria (3/o) ricordano con una commemorazione nella loro base di Grosseto.
La carica di Isbushenskij, avvenuta sul fronte russo il 24 agosto del 1942, rappresenta una delle pagine più gloriose della Storia militare italiana.
Fu l’ultimo episodio nella storia militare di una carica a cavallo. I cavalieri del Reggimento ‘Savoia Cavallerià, che era parte dell’Armir (Armata Italiana in Russia), al comando del colonnello Alessandro Bettoni Cazzago, si lanciarono alla carica dei soldati sovietici dell’812/o battaglione siberiano.
Lo scontro avvenne in un campo di girasoli, nei pressi del piccolo villaggio di Isbushenskij in un’ansa del fiume Don, coinvolgendo 700 italiani e 2.500 russi.
Quattro ore di battaglia rimasta epica e ricordata oggi come «icona di gloria e coraggio che segna l’apice ed insieme il declino della millenaria tradizione cavalleresca».
Isbushenskij è infatti l’ultima carica a cavallo condotta fra truppe regolari nel corso di un conflitto.
L’eroismo dimostrato dai cavalieri italiani varrà al Reggimento la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Oggi, quindi, nel giorno della ricorrenza, i Cavalieri paracadutisti celebreranno l’evento alla Caserma ‘Emanuele Beraudo di Pralormò a Grosseto, sede del comando del Reggimento ‘Savoia Cavalleria’.
L’eroe a quattro gambe
E ci sarà anche Albino, uno dei cavalli che prese parte al combattimento contro i sovietici.
L’esemplare, imbalsamato, occupa un posto d’onore nella sala museale della caserma.
Nato nel 1932 proprio in Maremma, Albino venne impiegato nella Campagna di Russia. Rientrato in Patria si perse probabilmente inseguito alle vicende dell’armistizio. Ma poi venne ritrovato e riconosciuto da un gruppo di ufficiali al termine della Seconda Guerra Mondiale.
Quindi fu reintegrato nei ranghi del Reggimento ove è rimasto fino alla morte.
La storia di Albino, cavallo-eroe, ebbe, specie negli anni ’50, seppur in chiave romanzata, ampio risalto. Libri e riviste lo hanno celebrato quale protagonista di storie e avventure. Tra queste il Corriere dei Piccoli. Che gli dedicò alcune strisce a fumetti, affascinando i lettori con episodi di coraggio, sacrificio e lealtà di eroi in uniforme, valori e riferimenti in un Dopoguerra ricco di speranza e nel contempo di incertezza.
Alla commemorazione di oggi, nel rispetto delle norme di contenimento del Covid-19, presenzieranno una rappresentanza delle Associazioni Nazionali ‘Arma di cavallerià e ‘Paracadutisti d’Italià espressioni dell’attuale configurazione del Reggimento che dal settembre 2013 è parte della Brigata Paracadutisti ‘Folgore’ con compiti di esplorazione aviolanciata.
Per chi volesse leggere una magnifica testimonianza della Carica di Isbushenskij, ECCO IL LINK a un pezzo scritto dallo scomparso Giancarlo Cioffi per Cavallo Magazine nel 2012.