Praga, 10 luglio 2022 – Tutte le occasioni sono buone per fare festa, specialmente di questi tempi che tanto allegri non sono.
Quindi tanto di cappello agli amici della Repubblica Ceca che, in occasione del 665° anniversario della fondazione del Ponte Carlo, tra le tante celebrazioni hanno inserito anche una rievocazione storica.
Di qui i due personaggi a cavallo di cui uno impersona Carlo IV di Lussemburgo , che il 9 luglio del 1357 alle ore 5,31 pose la prima pietra del ponte sulla Moldava che è divenuto uno dei monumenti storici più amati di Praga.
Carlo era persona molto istruita per essere un nobile dei suoi tempi, e a quel che si tramanda odiava i tornei.
La precisione di ora e data di inizio lavori fu dettata dalla volontà degli astrologi, che individuarono nella serie di numeri la condizione necessaria a proteggere il ponte nei secoli: e pare che avessero ragione, visto che è ancora lì.
La nobile dama che affianca Carlo IV rappresenta Anna di Schweidnitz, una delle sue 4 mogli: Anna morì di parto a 23 anni, aveva sposato Carlo quando ne aveva solamente 14.
Ma che c’azzecca Carlo IV con noi?
Abbastanza, visto che riusci a farsi incoronare Re d’Italia.
Nel 1354 Carlo organizzò un piccolo esercito e venne nella nostra penisola, distribunedo privilegi e investiture e facendo cassa presso i comuni italici, divisi tra loro e quindi incapaci di opporsi a chiunque.
Carlo ottenne quindi nel 1355 dal Papa l’incoronazione a Re d’Italia, e in seguito anche imperatore del Sacro Romano Impero.
Durante la sua seconda spedizione in Italia rese la libertà a Lucca facendone una città libera dell’Impero e dando così inizio alla storia moderna della Repubblica di Lucca.
Da lì in poi i legami diplomatici e culturali tra l’Italia e i territori di quella che è ora divenuta la Repubblica Ceca sono continuati nei secoli.
Chissà se è per questo legame storico che proprio a Lucca vivono gli eredi della famiglia Kinsky, di nobile origine boema: vi avevamo parlato di loro tempo fa, ricordando quell’amazzone coraggiosa che fu Lata Brandsisova.
Siamo curiosi? Siamo curiosi, sì.