Bologna, sabato 22 giugno 2024 – La ricerca parte da Padova, siamo andati nella città di Sant’Antonio, che per antonomasia è il protettore di tutti gli animali e quindi anche dei cavalli e proprio nella Basilica del Santo un religioso ci ha prima illustrato quelli che sono i santi “protettori” degli operatori ippici e del mondo equestre, poi ci ha indicato un luogo ed un episodio miracoloso da lasciare senza parole e soddisfare ogni nostra richiesta. Ma andiamo per ordine, ci è stato subito detto che il cavallo nella Bibbia, pur citato quasi 200 volte è associato più all’idea del “giudizio di Dio”, che alla vita reale, in quanto si utilizzavano molto di più gli asini per il trasporto e gli spostamenti: lo stesso Gesù entrò a Gerusalemme in sella ad un’asina e non a cavallo.
Questi invece sono i Santi connessi al mondo equestre: in primis San Giorgio, patrono della Cavalleria militare, è nel logo stilizzato della Federazione degli Sport Equestri ed è già un ottimo intercessore per ogni nostra richiesta; San Martino di Tours, patrono dell’arma di fanteria, ha sotto la sua protezione chi va a cavallo, oltre che osti, beoni e mariti traditi… e qua già il nostro prelato, che rimarrà anonimo, comincia a capire di cosa siamo alla ricerca. Continua poi raccontandoci la leggenda di Sant’Eligio, protettore dei veterinari, che avrebbe riattaccato una zampa ad un cavallo, miracolosamente…è chiaro, leggenda simile ad un certo Sant Alor di Quimper, protettore dei maniscalchi.
Qualche dubbio in più ci sollevano le storie dei due Santi che seguono: San Marcello, protettore di allevatori e scuderie, attributo che gli viene assegnato però in seguito all’orribile condanna di passare il resto della vita nel “catabulum”, ovvero un’area sotterranea dove doveva accudire cavalli in transito, così pure San Ippolito di Roma che subì una condanna agghiacciante: fu squartato da due cavalli selvaggi…quindi non sappiamo quanto possa ascoltare le suppliche di un fantino in retta di arrivo…L’illuminazione arriva quando ci viene consigliato di visitare il “calesse del miracolo”… subito l’dea di toccare un sulky miracoloso ci ha portati al Santuario di San Leopoldo Mandic, sempre a Padova. Ecco il Santo perfetto per l’ippica! Questa è la prima impressione che si ha vedendo la statua di questo mite monaco, poco più basso del mitico Luciano Bechicchi, e con tre miracoli all’attivo, tra cui quello del “calessino”.
Era il luglio del 1934 e al rientro da Lourdes l’allora “padre” Leopoldo con un altro sacerdote ed un giovane transitava da via Dante alla guida di questo famoso “calesse”, quando incrociando un convoglio del tram si rese conto di non poter passare tra i pilastri dei portici stradali, ma tentando una manovra disperata il cavallo si imbizzarrì e proseguì la sua corsa verso il tram. Cavallo e calesse passarono illesi tra lo stupore della folla sconvolta, che accortasi della presenza di padre Leopoldo acclamò il piccolo monaco e riconobbe il miracolo, mentre lui rispose: “E’ stata la Madonna a salvarci”. Questo piccolo “calesse” è perfettamente conservato e visibile al Santuario di San Leopoldo in Piazzale Santa Croce a Padova, il pellegrinaggio a questa reliquia crediamo sia un “must” per drivers e appassionati di trotto, soprattutto dopo esser venuti a conoscenza di questo fatto miracoloso.
Con l’aiuto di un religioso per non rischiare la blasfemia e cercare il Santo più vicino al nostro mondo crediamo di aver individuato in San Leopoldo la figura perfetta, anche perché all’ultima domanda rivolta al prelato: “Che ci dice di un certo San Fantino?” ci ha così risposto:”ah, San Fantino, un santo venerato dalle parti di Venezia…ma non c’entra nulla coi cavalli, questo santo trasformò botti di acqua di mare in acqua dolce…Gesù a Cana fece di meglio…”