E’ quello che si terrà a Morciano di Romagna, in provincia di Rimini alle 17,30 di venerdì 28 febbraio prossimo presso le strutture del centro ippico Arabian Valley Stud.
Nell’occasione ci sarà la presentazione del libro ‘Il ginnasio del cavallo’ di Gustav Steinbrecht, nella traduzione di Daniele Tinti per i tipi di Silvana Editoriale.
Daniele Tinti e Massimo Basili, istruttore Fise e fondatore della ECL daranno vita a un dibattito (moderato da chi scrive queste righe) che, conoscendo la passione che anima cavalieri e amazzoni votati all’equitazione classica, sarà sicuramente partecipato.
Al centro di tutto l’opera di Gustav Steinbrecht, letta attraverso la cura per la precisione e l’amore per le sottigliezze semantiche di Daniele Tinti.
Un modo in più per avvicinarsi a un autore che, essendo di lingua tedesca, abbiamo spesso potuto apprezzare solo attraverso catene di traduzioni troppo lunghe, a volte, per trasmettere in modo immediato la freschezza e il carattere vero di Steinbrecht.
Che era uno studente di veterinaria quando pensò che ‘per dare un giudizio più corretto sul cavallo, il veterinario deve essere anche un cavaliere’. Il suo talento, le sue doti e il consiglio del suo maestro, Louis Seeger, lo portarono poi a scegliere di diventare écuyer.
Già dal titolo di questa edizione è limpida la dichiarazione di intenti di Daniele Tinti: che affronta la traduzione di quel ‘gymnasium’ in modo letterale.
Proprio per mettere l’accento sul suo significato di ‘luogo in cui … portare allo sviluppo più completo e armonioso i doni del proprio corpo per mezzo di esercizi quotidiani’, traslandolo dai giovani greci di classica memoria ai cavalli.
Al di là degli argomenti che sappiamo essere trattati nel volume, su cui Steinbrecht iniziò a lavorare nel 1849 e che venne pubblicato postumo grazie alla cura del suo allievo più vicino, Paul Plinzner, c’è qualcosa che colpisce in modo particolare.
Ed è la personalità stessa di Steinbrecht, come è messa bene in evidenza nella nota biografica curata dal traduttore basata sull’introduzione al ‘Gymnasium’ redatta da Plinzner nel 1886.
“La sua gentilezza verso gli animali era tale che innervosirsi per combattere un cavallo in sua presenza sarebbe stato imbarazzante, e ciò ci spingeva a trattare i nostri con la più grande bonomia”, scriveva il discepolo prediletto.
Steibrecht non rimproverava mai gli allievi, nei momenti di crisi era solito rassicurarli con un ‘Bisogna avere pazienza, andrà tutto bene’.
Un ‘anziano gentiluomo’ che montava i suoi cavalli nel Tiergarten, uno dei parchi pubblici di Berlino ‘vestito con grande semplicità, in un assetto rilassato e informale. Le sue mani sembravano danzare; per lo più metteva i cavalli in un piazzamento di mezza spalla in dentro e in un’andatura a metà tra passo e trotto’.
Aveva la sensibilità necessaria ad apprezzare le sfumature all’interno di un sistema di regole fisse, e nessuna fretta: il modo più sicuro, quest’ultimo, per preparare bene i cavalli nel modo più veloce.
Ci sono centinaia di righe sottolineate nella nostra copia di questo libro, anche nelle introduzioni storiche di Plinzner e Hans von Heydebreck che curò quella alla quarta edizione nel 1935.
Sarà bello parlarne venerdì, all’Arabian valley Stud, insieme a chi vorrà essere presente.