Bologna, 18 gennaio 2025 – Sant’Antonio Abate: un uomo fende le fiamme in sella a un cavallo. Lo straordinario scatto fotografico di Manu Fernandez per AP non riferisce però a uno dei tragici momenti dell’incendio di Los Angeles come verrebbe istintivo pensare in questo periodo. Non si tratta di un cavallo messo in salvo che fugge dal fuoco per salvarsi la vita.
Si tratta bensì di un rito – un po’ religioso e un po’ pagano – di purificazione che avviene ogni anno a San Bartolomeo de Pinares, in Spagna. In occasione della festa del santo protettore degli animali, Sant’Antonio Abate.
Paese che vai, tradizione che trovi… Ma seppur nel pieno rispetto di usi e costumi di tutti, la domanda sorge spontanea. Soprattutto in un momento in cui migliaia di animali stanno provando un terrore inaudito e – immaginiamo – in molti avranno perso la vita, è opportuno ‘giocare’ con il fuoco?
Las Luminarias, questo il nome della festa di San Bartolomeo de Pinares, ha sempre richiamato forti critiche proprio perché per i cavalli e per tutti gli animali, fuoco è sinonimo di morte o, nella migliore delle ipotesi, fuga per la sopravvivenza. Mentre raccogliamo la sfida interplanetaria, è davvero il caso di riproporre rituali che riportano ai tempi in cui il fuoco era l’unico elemento purificatore?
Immaginiamo che ai tempi, la tradizione prevedesse anche che i campi venissero zappati a mano… A qualcuno è venuto in mente di nobilitare la professione dei contadini rievocando, fosse solo per una giornata, la stessa tradizione?
Per onore di verità, i più tradizionalisti tengono a sottolineare che nel passaggio tra le frasche incendiate i cavalli non si bruciano. Coda e crine sono opportunamente raccolti e il passaggio è veloce… Ma vogliamo mettere l’inutile paura che deve pervadere un cavallo costretto a passare tra le fiamme quando ogni singola molecola del suo essere gli imporrebbero invece di scappare nella direzione opposta?
Lo scatto fotografico è indubbiamente impattante e forse sarebbe meglio farselo bastare in futuro…