Bologna, 4 marzo 2023 – Le origini dell’equitazione rimangono avvolte nel fascino dell’incertezza… Studi scientifici dimostrano che i cavalli venivano allevati per il loro latte tra il 3500 e il 3000 a.C.. Il che è ampiamente accettato come indice di addomesticamento anche se, di fatto, non prova che i cavalli fossero anche montati.
L’attrezzatura utilizzata dai primi cavalieri è raramente conservata e l’attendibilità delle patologie dentali e mandibolari degli equini attribuibili all’impiego di rudimentali imboccature rimane incerta.
Tuttavia, l’equitazione ha due componenti che interagiscono tra loro: il cavallo e l’uomo. Le alterazioni associate all’equitazione negli scheletri umani possono quindi fornire una più certa fonte di informazioni.
Da qui partono le considerazioni scientifiche dei ricercatori che hanno preso in esame cinque individui Yamnaya (‘etnia’ di ceppo indoeuropeo) che hanno una datazione certa tra il 3021 e il 2501 a.C., provenienti da Kurgan in Romania, Bulgaria e Ungheria. I loro resti mostrano cambiamenti nella morfologia ossea e patologie distinte associate all’equitazione. Si tratta dei più antichi esseri umani finora identificati come cavalieri.
Questi individui presentano numerosi tratti scheletrici indicativi della cosiddetta “sindrome da equitazione” con un alto livello di certezza diagnostica. Si noti che il riconoscimento di prove riconducibili all’equitazione non era nelle intenzioni dello studio intrapreso sui materiali scheletrici citati. Il ritrovamento dei tratti è stato incidentale e piuttosto inaspettato.
Secondo gli esperti, nella conformazione scheletrica degli Yamnaya esaminati c’è evidenza di stress su bacino e femore, ovalizzazione degli acetaboli pelvici e femorali, entrambe le sezioni ossee femorali mostrano un appiattimento anteroposteriore e una massa corticale mediale e laterale più spessa nella diafisi subtrocanterica, degenerazione di alcune vertebre e segni, sempre a livello vertebro-sacrale, di possibili traumi compatibili con la pratica equestre.
Il che è un po’ come dire che i cavalieri di 5mila anni fa presentavano, seppur in maniera accentuata, molti degli ‘acciacchi’ che da qui ad altri 5mila anni, potranno essere riscontrati su chi spende molte ore in sella.
Del resto, i marcatori di stress biomeccanico sullo scheletro umano rappresentano un modo valido per indagare sulle sue attività. In questo caso potranno contribuire a fare luce sulla storia delle origini dell’equitazione, sugli stili di monta e sulle attrezzature impiegate.
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