Jerez de la Frontera, 4 gennaio 2023 – Anche se sono giorni di vacanza scolastica, Bianca Cigliano non si dimentica del nostro appuntamento: perché oramai è una piacevole abitudine farci aggiornare sulla sua esperienza alla Real Escuela del Arte Ecuestre.
E nella nostra ultima chiacchierata Bianca ha toccato un argomento fondamentale quando si parla di cavalli spagnoli: la loro nobleza, intesa come nobiltà d’animo.
Ma partiamo dall’inizio: ovviamente la prima domanda che si fa a uno studente è: come sono andati gli esami?
“Bene, tutto bene: abbiamo terminato sia quelli teorici che pratici che ci sono ad ogni trimestre e tutto è andato per il meglio”.
A proposito di esami pratici: che cavalli monti alla Real Escuela?
“Sono tutti soggetti di proprietà della scuola. Per la maggior parte sono cavalli molto avanti nell’addestramento, dei veri professori che sanno farti sentire con esattezza quello che devi fare. Ma ci sono anche soggetti più giovani, ed è molto importante anche questo altro modo di imparare. Sono i puledri che ci aiutano a capire come si doma un cavallo”.
Sono tutti Pura Raza Espanola?
“Sì, insieme a diversi cruzados per la Doma Vaquera, di diversi allevamenti e linee di sangue. Alcuni provengono dall’allevamento della Real Escuela. Altri da ganaderie particolarmente importanti come la Cartuja o la Yeguada Militar che fornisce anche le monte per la Guardia Real e Civil”.
Quali differenze ci sono tra loro?
“Dalla Cartuja viene una linea molto più barocca, non solo come morfologia ma anche con movimenti enfatizzati e molto rilevati. Mentre quelli della Yeguada Militar ad esempio sono più moderni, funzionali”.
Sono addestrati alla Real Escuela?
“Certamente: ad esempio un mese fa sono arrivati 4 puledri di 2 anni e mezzo dall’allevamento della Real Escuela, direttamente dal campo (cioè dal pascolo, n.d.r.) che verranno assegnati agli insegnanti e inizieranno la doma in questi giorni”.
Come avviene la doma?
“Si tratta di puledri che non sanno assolutamente niente, sino a un mese fa hanno vissuto liberi in branco. La prima cosa che viene fatta quando vengono portati qui è quella che chiamano la la doma di scuderia. Devono imparare a essere lavati, a farsi governare, a farsi mettere la capezza e a stare legati. Questo richiede tanto tempo: è un lavoro che viene fatto con calma, perché il cavallo così da terra sarà tranquillo e sicuro per tutta la sua vita. Poi una volta che sa farsi portare a mano in capezza si comincia il lavoro alla corda in tondino: una persona tiene la longia, un’altra la frusta lunga. Poi si prosegue per gradi: una volta consolidato il lavoro alla corda nel tondino si mette il fascione, quindi la sella senza staffe, poi la sella con le staffe così che il puledro si abitui al rumore e sempre gradualmente si comincia ad appoggiare un po’ di peso. Prima su una staffa, poi sull’altra e via così: ma sempre con molta calma, con molta pazienza, mettendoci tutto il tempo che ci vuole a che il puledro acquisisca queste nuove competenze con serenità”.
Com’è il carattere di questi cavalli?
“E’ la mia impressione montandoli da tanti anni, ma la stessa cosa mi ha detto chi lavora da sempre con loro: gli spagnoli sono cavalli buoni, i più nobili. Con il termine nobleza si intende anche dire molto docili: generalmente sono molto tranquilli, e si prestano molto bene a questo lavoro impegnativo. Cavalli che hanno voglia di lavorare e allo stesso tempo da tenere un po’ con l’attenzione verso di sé: sono cavalli che devi intrattenere, non puoi farli annoiare. I cavalli spagnoli si divertono nel momento in cui fanno un lavoro che che gli piace fare: e la senti proprio la differenza tra un cavallo che collabora, e uno che non lo fa”.
E’ bello questo modo molto spagnolo di descrivere il loro carattere: la nobleza. Cosa significa esattamente secondo te?
“Che se se tu gli chiedi ti danno tanto, è difficile che abbiano risentimenti, permalosità. Ti danno proprio tutto quello che hanno. In più hanno una buona testa, ragionano bene, ti aiutano. Generalmente ti vengono incontro, sono delicati, puri, sinceri. Nelle scuderie della Real Escuela c’è un azueljos che riporta una poesia di Rafael Alberti, un poeta spagnolo (ma di origine toscana, n.d.r.) che ha definito i cavalli spagnoli vere e proprie opere d’arte, che spiega proprio questa loro nobleza“.
Al prossimo ‘Appuntamento con Bianca‘!