Bologna, 12 gennaio 2021 – Il Kentucky è da sempre sinonimo di cavalli. La sua città più importante, Lexington, ancora prima di aver ospitato i Weg del 2010, era già conosciuta come la capitale mondiale del cavallo.
È quindi normale che vi sia ospitato il Museo Internazionale del Cavallo, meta di molti visitatori ogni anno, proprio nel cuore del Kentucky Horse Park, sede di gare importanti di ogni disciplina.
In una cornice tanto equestre, non poteva mancare quel tocco di ‘politically correct’ che rende gli States la nazione delle contraddizioni per eccellenza. O della varietà ideologica, se si preferisce.
Ci riferiamo al Chronicle of African Americans in the Horse Industry, il nuovo sito lanciato dal museo per promuovere la consapevolezza, l’educazione e l’accesso alla storia Afro-Americana. Anche in materia equestre.
Accedendo al sito (solo in inglese), si possono leggere storie e testimonianze lasciate da coloro che hanno lavorato o lavorano tutt’ora nel mondo dei cavalli.
Accanto alla sezione ‘attualità’ alimentata proprio dalle storie di persone comuni, ce n’è una dedicata all’impegno degli Afro-Americani nel mondo dell’ippica nella storia. Questo segmento parte da una mostra permanente dal titolo esemplificativo: Black Horsemen of the Kentucky Turf, Gli uomini di colore di cavalli del Turf in Kentucky.
L’apporto degli Afro-Americani all’allevamento dei Purosangue e al mondo delle corse nel XIX Secolo è innegabile. Il primo fantino a entrare nella Hall of Fame dell’ippica fu Isaac Murphy, un ex schiavo che divenne un eroe dello sport del suo tempo.
Negli ultimi 25 anni sono venuti alla luce parecchi documenti che testimoniano la presenza di molti jockey e allenatori Afro-Americani nella storia dell’ippica statunitense e Chronicle of African Americans in the Horse Industry ha proprio lo scopo di accendere un riflettore sulle loro vicende e dare una continuità al valore storico di tali documenti.