In questo periodo dagli Usa si sente spesso parlare di efficientamento delle risorse, tagli a sprechi e bonus. Concetto che di per sé è sacrosanto. Ma che spesso va contestualizzato. E ne vanno esaminati con lungimiranza tutti i contrappesi.
William J. Martinez, giudice senior presso la corte distrettuale del Colorado, ha inferto un duro colpo al Bureau of Land Management. O per meglio dire alla politica di incentivi per le adozioni di wild e burros che ha visto la luce tre anni fa.
Al fine di spingere ad adottare, il BLM metteva a disposizione degli adottandi un bonus da 1000 dollari per ciascun capo che lasciava i paddock governativi, realizzati per ospitare i wild catturati nei roundup.
1000 dollari una tantum è sempre meno di quello che sarebbe costato all’ente il mantenimento degli stessi animali. E nello stesso tempo, una piccola ‘dote’ sempre gradita per provvedere alle prime spese per il cavallo o l’asino adottato.
Però…
Nonostante le chiare e rivisitate condizioni per l’adozione e la riscossione del bonus, nonostante le attente normative, quando ci si trova di fronte a comportamenti dolosi e criminali si è sempre impreparati.
E così il giudice Martinez ha sancito uno stop agli incentivi con la seguente motivazione.
“Le misure di protezione che la BLM ha attuato tre anni fa per garantire che migliaia di animali adottati ogni anno da privati non venissero venduti al macello non erano conformi alla legge federale e non sono sufficienti a salvaguardare gli animali protetti a livello federale”.
Il programma, nella sua forma attuale, verrebbe quindi interrotto fino a quando il Bureau non condurrà una nuova analisi sulle misure di protezione per i cavalli selvatici e i burros adottati.
Le associazioni dalla parte del giudice
I primi sostenitori della sentenza del giudice Martinez sono proprio i rappresentati degli enti di protezione per i wild.
«Questa sentenza blocca un programma federale corrotto che ha incanalato centinaia di cavalli selvatici e burros protetti a livello federale nella catena di macellazione, in violazione delle protezioni del Congresso» ha dichiarato Suzanne Roy, executive director dell’American Wild Horse Conservation.
Al momento il Bureau of Land Management non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito.
Alcuni numeri
Secondo quanto riportato dallo stesso Bureau of Land Management, rispetto agli oltre 95mila wild censiti nel 2020, al 1° marzo 2024 gli animali ancora liberi sul territorio sarebbero oltre 75mila.
I wild in custodia nei paddock governativi sarebbero oltre 66mila mentre non è chiaro quanti milioni di dollari ciò comporti. Dal 2020, i vari progetti di adozione del BLM hanno portato a 30mila adozioni, di cui oltre 5mila solo l’anno scorso.
Il caso del New York Times
A sollevare ‘il tappeto’ sulla fine di diversi cavalli dati in adozione è stato niente di meno dell’autorevolissimo New York Times, in una inchiesta che nel 2021 denunciava il traffico di cavalli adottati. E per i quali gli adottanti avevano incassato il bonus governativo.
Gli animali, dopo l’adozione venivano di fatto rimessi in vendita per l’esportazione. Con destinazione ultima i macelli dei paesi confinanti.
Le buone intenzioni di un progetto per dare casa ai wild ed evitarne l’eliminazione – Australia docet – come spesso accade quando c’è di mezzo ‘l’umano interesse’ – hanno naufragato miseramente. E ora, per non arrivare agli abbattimenti di massa, sarà necessario pensarne un’altra. Con la speranza che questa volta il detto ‘fatta la legge trovato l’inganno’ incontri una vigilanza più determinata.