Bologna, 10 febbraio 2024 – Lo facciamo tutti, su, ammettiamolo: una sbirciatina alla pagina dell’oroscopo tra brioche e cappuccino la diamo sempre volentieri, anche se magari è più per trovare conferma a quello che desideriamo che per farci rivelare davvero cosa ci riserverà la giornata.
Una maniera di cercare conferme confortanti, che se le stelle girano male basta tirare fuori lo scettico ragionevole che è in noi e sbuffare superiori su ‘sta figlia folle (l’astrologia, anche cinese) di una saggia madre (l’astronomia).
Se poi vogliamo anche regalarci un po’ d’esotismo niente di meglio che l’oroscopo cinese, così simpatico con tutti quegli animali. E che oggi festeggia l’inizio dell’anno del Drago.
Che poi più che le stelle c’è da dare retta alla luna: il calendario cinese è infatti lunisolare, e prende come punto di riferimento per ogni nuovo mese il novilunio.
Oggi quindi è il primo giorno del Drago di legno, perché oltre al ciclo di dodici anni identificato con gli animali l’astrologia cinese tiene conto anche dei cinque elementi (aria, fuoco, terra, legno, metallo). Ulteriormente declinati ognuno secondo il genere maschile e femminile e distribuiti in un ciclo di dieci anni.
Per quello del Cavallo dobbiamo aspettare ancora un paio d’anni, l’ultimo infatti è stato nel 2014.
Ma anche sotto il segno del Drago la Cina rimane un paese che ha parecchio a che fare con i cavalli e l’ambito equestre.
A dire la verità i cinesi non erano cavallo-dipendenti come i Mongoli.
Sono stati piuttosto costretti ad allevarli proprio da loro, nomadi e razziatori, che imponevano spesso e volentieri tributi in natura equina per lasciare un po’ tranquille le terre di confine.
Ma un popolo così intelligente non poteva non dotarsi di uno strumento tanto efficace. Così nel terzo secolo a.C. anche i cinesi si applicarono alle arti equestri, ottenendo come sempre ottimi risultati.
Tanto per cominciare resero i carri trainati da cavalli qualcosa di molto più efficace.
La braca dei finimenti da tiro per esempio l’hanno inventata loro, dotando così gli attacchi della forza frenante esercitata dai cavalli stessi una volta addestrati alla bisogna.
Pensarono anche alla parte anteriore. Sempre loro inventarono collana e pettorale da tiro, quest’ultimo per gli attacchi più eleganti a un cavallo era già praticamente identico a quelli europei del XIX secolo.
Anche le carrozze a due ruote tirate da un singolo cavallo, attaccato tra le due stanghe laterali sono una invenzione cinese. Idem per l’attacco in tandem, cioè con un cavallo di punta attaccato davanti al solito tra le stanghe.
Allora come nei secoli successivi questo tipo di equipaggio era un modo per aumentare potenza e velocità. Magari per brevi tratti, come una salita particolarmente faticosa e anche su strade strette che non permettevano di attaccare i due cavalli paralleli ad un timone centrale.
Oltre agli attacchi, gli antichi abitanti della Cina si dilettavano anche nel Polo, cui disputano all’India la paternità. Dipinti e statue in terracotta testimoniano di questa passione, condivisa anche dalle dame dell’alta società.
Una curiosità: studiando i dipinti cinesi dell’epoca Qing che raffigurano cavalieri si nota la mancanza di un accessorio indispensabile per l’equitazione europea, lo sperone.
Le selle cinesi infatti presentavano sempre un quartiere così largo e allungato verso il basso da contenere del tutto la gamba e il piede del cavaliere.
Che cosi sembra non potesse esercitare che un aiuto di gambe limitato alla pressione, senza poter toccare il costato del cavallo direttamente.
Evidentemente i maneggevolissimi piccoli cavalli di origine Mongola si guidavano molto con il peso e l’assetto, che infatti nei quadri più realistici è decisamente e sportivamente in avanti e leggero.