Bologna, 9 settembre 2018 – La regione della Kaluga è un territorio pianeggiante a circa 150 km a sud-ovest di Mosca: sfruttamento delle foreste, agricoltura e allevamento dei bovini sono le maggiori risorse economiche della popolazione locale.
Qui nel 1896 nacque Georgij Konstantinovič Žukov, sicuramente uno dei più decorati e talentuosi militari sovietici di tutti i tempi.
Era figlio di un ciabattino, venne mandato a Mosca come apprendista da uno zio ma studiava alle scuole serali e a 18 anni, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, entrò nella scuola di formazione per la cavalleria dell’esercito dello Zar: il suo primo cavallo fu una bisbetica giumenta grigia, Chashechanya, che governava personalmente tre volte al giorno.
Nell’esercito si trovò benissimo: era coraggioso, testardo e aveva una gran voglia di migliorarsi, uscì sergente dal suo corso e venne arruolato nei dragoni.
La prima decorazione la ottenne per essere riuscito a resistere col suo squadrone ad una carica di cavalleria nemica per 7 ore, contrattaccando e sfondandone le linee.
Al momento della Rivoluzione passò subito tra le file dell’Armata Rossa e si laureò alla Scuola Superiore di Cavalleria e nel 1925, con alcuni suoi compagni di corso, una volta terminato un campo militare tornò a casa a cavallo, percorrendo 963 kilometri in 7 giorni: un record, per quanto riguarda lunghi percorsi in frotta.
Uno alla volta salì tutti i gradini della gerarchia militare sino a diventare Maresciallo dell’Unione Sovietica, l’unico assieme a Breznev a ricevere per quattro volte il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica (ma Leonid Il’ič uno se lo assegnò da solo, quindi non vale altrettanto). In mezzo una serie impressionante di vittorie, ottenute a volte a carissimo prezzo di vite umane ma sempre e comunque con esito finale a suo favore: impossibile fare un elenco completo qui, ricordiamo solo la battaglia di Khakhin Gol contro i giapponesi nel ’39, Leningrado e Mosca nel ’41, la battaglia di Kurs e la Quarta battaglia di Char’kov nel ’43.
Sempre in sella, sempre al comando, sempre vincente: era pieno di iniziativa, disciplinato, orgoglioso, testardo, ben preparato.
La sua vita privata piuttosto burrascosa (venne accusato di bigamia) non influì negativamente sulla carriera, e i suoi successi gli fecero meritare due onori più unici che rari – e anche piuttosto pericolosi, visto il carattere di Stalin: ricevette nelle sue mani la dichiarazione di resa di tutte le forze armate tedesche l’8 maggio del 1945, e venne delegato dallo stesso Stalin a ricevere gli onori come più alta autorità presente durante la Sfilata della Vittoria sulla Piazza Rossa il 24 giugno dello stesso anno, che rimarrà nella storia per essere la più grande parata militare mai passata di lì.
Zukov montava Idol, uno stallone arabo dal mantello grigio e il comandate dello sfilamento, il maresciallo Konstantin Rokossovsky, un cavallo morello.
Sembra che in origine lo stesso Stalin avesse fatto le prove a cavallo, ma venne disarcionato e pensò quindi di farsi rappresentare da qualcuno abituato a montare: dopo il 1945 però Zukov cadde in disgrazia, la sua popolarità lo rendeva troppo scomodo per il capo del Cremlino.
Visse ritirato sino alla morte nel 1974, se si esclude una commemorazione ufficiale nel 1965: fu comunque l’unico a potersi permettere di rispondere in modo poco diplomatico a Stalin e sopravvivere.
Curioso il suo destino iconografico: la sua statua a cavallo sulla piazza del Maneggio a Mosca è l’ultimo monumento equestre eretto in Russia, e molti dei quadri celebrativi che lo rappresentano sono un incredibile mix di grafica modernista e stilemi classici: rispecchiano le due anime di un uomo che fu allo stesso tempo un cavaliere d’altri tempi e il vincitore dell’ultima, grande guerra.
Qui li video della Parata della Vittoria del 24 giugno 1945, dove Zukov ebbe la parte cerimoniale più notevole: tutti da ammirare l’assetto e la scioltezza in sella, che verve; dal terzo minuto la parte più equestre del video