Bologna, 15 luglio 2021 – Quante volte vi è capitato che qualcuno vi chiedesse se i cavalli fossero animali intelligenti? Chi non li conosce fa fatica a capire perché degli animaloni così grossi si ‘pieghino’ alle richieste di noi piccoli umani.
E soprattutto il problema riguarda il significato che siamo avvezzi a dare alla parola ‘intelligenti’.
Nella storia recente dei cavalli sono capitati esempi in cui si è cercato di ‘forzare’ l’intelligenza equina dentro ai canoni di quella umana. In maniera più o meno ‘lecita’.
Il cavallo che avrebbe potuto anche votare
Prendiamo per esempio la storia di Beautiful Jim Key, un cavallo americano (in realtà definito Arabian-Hambletonian) che all’inizio del ‘900 strabiliò il mondo.
Secondo le testimonianze di chi vide una delle sue dimostrazioni, Jim era capace di leggere, scrivere e fare i conti.
Sapeva esprimere la sua ‘preferenza’ politica ed era in grado di recuperare una moneta in un catino d’acqua.
Quando il suo allevatore, William Key, un ex schiavo con il pallino per gli affari, capì che aveva per le mani un cavallo dalle doti ‘diverse’, iniziò a dargli lezioni di politica, versetti della Bibbia, matematica e naturalmente gli insegnò l’alfabeto.
Insieme divennero famosi e furono al centro della scena di moltissime dimostrazioni in cui Jim, Beautiful JIm, dava pubblica prova della sua ‘intelligenza’. Di tanto in tanto commettendo anche degli errori. Cosa che avvalorò l’autenticità delle performance per le quali nessuno ebbe mai modo di dimostrare fossero il frutto di qualche imbroglio.
Clever Hans, il più ‘avanti’
Meno certezze invece per quanto riguarda l’intelligenza di Clever Hans, un Orlov trotter dello stesso periodo e ‘in scena’ sempre negli States. Il suo proprietario, Wilhelm von Osten, sosteneva che il cavallo sapesse risolvere equazioni semplici e avesse perfetta conoscenza del tedesco che poteva leggere e scrivere. E, statene certi, si tratta di una lingua piuttosto complicata…
Clever Hans e von Osten non accettarono mai neppure un dollaro per le loro dimostrazioni. Cosa che fa pensare che davvero l’umano credesse nell’arguzia dell’equino… Hans rispondeva alle domande che gli venivano poste dal pubblico bussando a terra con lo zoccolo. E la sua intelligenza suscitò la curiosità della comunità scientifica che prese a esaminarlo.
L’esito di tanto interesse si concretizzò con una serie di test nei quali, gli scienziati statunitensi del tempo, stabilirono che la vera intelligenza di Hans non aveva nulla a che vedere con la didattica acquisita da von Osten. Bensì consisteva nel ‘leggere’ il linguaggio del corpo di chi gli poneva le domande. Cosa di cui von Osten era ovviamente totalmente inconsapevole.
Intelligente sì o intelligente no?
La morale? Ossia la risposta alla domanda iniziale? Valutate voi.
Nel primo caso l’intelligenza umana non ha saputo capire come Beautiful Jim facesse.
Nel secondo, con Clever Hans, ha stabilito che fosse lui il più capace di capire quello che il suo proprietario non sapeva neppure di fare con il proprio corpo.
Allora, i cavallo sono o non sono intelligenti?