Bologna, 4 ottobre 2021 – Il ruolo del cavallo da lavoro, in un contesto di sviluppo sostenibile, è stato l’argomento di uno degli incontri alla Ue della scorsa settimana.
Laddove il ‘green’ è sempre più presente nelle agende dei grandi decisori, il cavallo, insieme ad altri animali, torna con tutto il suo bagaglio storico.
Working animals: empowering sustainable development, ovvero Animali lavoratori: potenziare uno sviluppo sostenibile. Questo il titolo di uno studio presentato alla Comunità Europea dall’International Coalition of Working Equids (Icwe).
La coalizione, affonda le proprie radici nell’esperienza dei membri che ne compongono il board. The Brooke, The Donkey Sanctuary, SPANA (the Society for the Protection of Animals Abroad) e World Horse Welfare.
Giganti della prima ora in materia di tutela del benessere animale e in particolar modo dei cavalli negli angoli più poveri e arretrati del mondo.
L’Icwe ha presentato uno studio sul contributo che gli ‘equidi lavoratori’ possono portare al raggiungimento fissato per il 2030 del ‘Sustainable Development Goals’. In pratica il target della Comunità che mette tra gli obiettivi principali di tutte le politiche l’abbattimento della fame e della povertà. Così come la qualità dell’istruzione.
Lo studio è stato presentato sulla piattaforma dell’Eurogruppo per gli Animali ed è la prima volta che un lavoro di questo tipo è entrato nei ‘palazzi’ dell’Europa.
Tra le molte tematiche presentate alla platea UE, le più calzanti in periodo di rincari energetici hanno riguardato l’enorme contributo che gli animali possono offrire proprio in materia di produzione di energia green, nonché la stretta relazione tra sviluppo ed educazione in materia di benessere animale, ambiente e giustizia sociale.