Bologna, 13 gennaio 2022 – Ovviamente ci stiamo riferendo a quella dell’altezza al garrese.
Perché quella dei cavalli medioevali, stando a una ricerca pubblicata nell’agosto scorso su Wiley Online Library, non sarebbe stata tanto imponente quanto l’immaginazione moderna generalmente ritiene.
Lo studio ha preso inconsiderazione un notevolissimo numero di reperti ossei equini ritrovati in Gran Bretagna e risalenti agli anni tra il 300 e il 1650 d.C.
Il risultato dell’analisi su 1964 ossa, provenienti da 171 diversi siti archeologici, è che nel periodo medioevale la stragrande maggioranza dei cavalli erano della stazza dei moderni pony, cioè 1,48 cm. al massimo.
L’esame dell’altezza al garrese (Figura 2) indica che, in media, i cavalli dei periodi sassone e normanno (V-XII secolo) erano pony secondo gli standard moderni (cioè meno di 1,48 m, Fédération Equestre Internationale, 2014). I cavalli del periodo sassone hanno, in media, un’altezza simile ai loro omologhi tardo romani. Ma c’è un’osservabile diminuzione della variabilità durante questi periodi, che non viene raggiunta nuovamente fino al periodo tardo medievale (1350–1500 d.C.). Sebbene le altezze medie fossero relativamente piccole, valori anomali più grandi compaiono dal periodo normanno (1066–1200 d.C.) in poi.
Il ‘gigante’ di Trowbridge
Per la fase normanna, l’altezza massima registrata era un cavallo del castello di Trowbridge, Wiltshire (Holmes, 2018). E’ stato stimato in oltre 1,5 m di altezza al garrese, simile alle dimensioni dei moderni cavalli da sella leggeri.
Il periodo altomedievale (1200–1350 AD) vede la prima comparsa di cavalli oltre 1,6 m, recuperati da Heron Tower, Londra (Sorapure, 2016).
Ma è solo nel periodo post-medievale (1500–1650 AD) che il l’altezza media dei cavalli diventa significativamente maggiore di quella dei periodi precedenti.
È anche nel periodo post-medievale che la variabilità dell’altezza sembra aumentare, oscillando tra meno di 1,2 ma quasi 1,7 m. E avvicinandosi infine alle dimensioni dei moderni cavalli a sangue caldo e da tiro.
A dire la verità, già pensando all’iconografia originale di quei tempi era chiaro che i destrieri utilizzati non erano dei giganti.
Basti guardare una miniatura del 1422 che rappresenta la Battaglia d’Agincourt, una delle più celebrate dagli inglesi di ogni tempo.
E’ dipinta solo pochi anni dopo il fatto d’arme che si tenne nel 1415.
Esattamente come nel più antico Arazzo di Bayeux la proporzione tra cavalieri e cavalli è chiarissima.
Sono soggetti di statura contenuta, e ai nostri occhi moderni il binomio sembra addirittura squilibrato.
Quindi, fatte salve le differenze ovvie tra cavalli adibiti ai vari usi – corsieri, destrieri, ronzini, palafreni, cavalli da torneo e da lavoro, da traino e da soma – sappiate che allora erano per lo più diversamente alti.
Comodi da montare, sellare, vestire, più agili dei giganti selezionati secoli dopo, meno dispendiosi da alimentare e mantenere e probabilmente di più pronto utilizzo.
Insomma, piccolo non solo spesso è bello, ma probabilmente anche molto più realistico: almeno per quanto riguarda i cavalli medioevali, ovviamente.
Qui un nostro articolo su una bellissima mostra di qualche anno fa a Firenze, A cavallo del tempo.