Bologna, 19 marzo 2022 – Vi siete mai accorti che quando ci rivolgiamo ai nostri animali, cavalli ma anche cani, gatti o uccellini, il nostro tono di voce cambia? Ebbene sì, cambia. Così come si modifica il nostro vocabolario e perfino come componiamo le frasi.
Il modo in cui ci rivolgiamo agli animali è del tutto simile a quello che si utilizza di solito con i bambini e, tecnicamente, viene definito pet-direct speech (Pds), ovvero linguaggio diretto per gli animali.
Il Pds si manifesta con un tono tendenzialmente acuto e con modulazioni alte, diverse e frequenti. Con ritmo lento, sintassi e semantica semplici e ripetizione delle stesse parole.
Ci sono studi che evidenziano come i cavalli reagiscano meglio durante le operazioni routinarie di tolettatura se ci si rivolge a loro con il linguaggio dei bambini.
Perché ciò avvenga però è ancora però materia di studio. Si tratta di qualcosa che ha vedere con la modulazione dei suoni o riguarda la sfera emozionale del cavallo?
Un team di studiosi composto da Jardat, Ludovic Calandreau, Vitor Ferreira, Chloé Gouyet, Céline Parias, Fabrice Reigner e Léa Lansade ha cercato di dare una risposta al quesito, con uno studio apparso recentemente sul Scientific Reports.
Gli studiosi francesi, in collaborazione con il Centro nazionale francese per la ricerca scientifica e l’Istituto francese del cavallo e dell’equitazione hanno condotto un esperimento su un campione di 32 Welsh pony femmine.
A loro sono stati mostrati video in cui i protagonisti umani parlavano con i due registri linguistici diversi.
In ciascun video, di due minuti ciascuno, due donne sostengono un dialogo tra adulti. Altre due invece si rivolgono tra loro con un linguaggio ‘da bambini’.
Durante la proiezione del video, sono stati monitorati il comportamento, il battito cardiaco, le reazioni complessive.
Come risultato, gli studiosi hanno rilevato che, a fronte del linguaggio per i bambini, i cavalli erano più attenti e la loro frequenza cardiaca aumentava.
D’altro canto, non è stato possibile osservare alcuna differenza, in positivo o negativo, in termini di emozioni.
«Il principale risultato dello studio – dicono i ricercatori – è stato sancire che i cavalli mostrano maggiore attenzione quando ci si rivolge loro utilizzando il registro linguistico Pds».
Il dettaglio che fa pensare
Tuttavia, rimane la questione dell’aumento della frequenza cardiaca… Perché aumenta quando ci si rivolge al cavallo con il linguaggio dei bambini?
«Potrebbe dipendere dalle caratteristiche acustiche del Pds. Come il tono acuto, la modulazione e il ritmo della parlata. Le variazioni di tono risulterebbero più stimolanti rispetto al tono regolare usato comunemente tra adulti».
Gli studiosi hanno posto l’accento su un altro dato significativo… «Si sa che i cavalli percepiscono le intenzioni dell’uomo. Il linguaggio Psd lascia intuire al cavallo la nostra volontà di comunicare con lui».
Ed è quello che accade normalmente quando, per attrarre l’attenzione di un bambino, si interrompe un dialogo tra adulti e ci si rivolge a al piccolo con il linguaggio a lui dedicato, un aiuto ostensivo per richiamare la sua attenzione.
Infine una terza possibilità. Che tocca la sfera emotiva del cavallo. Normalmente, il linguaggio diretto per i bambini viene elaborato e arricchito da una buona carica di emozionalità. Perfino la nostra mimica facciale cambia quando ci rivolgiamo ai più piccoli.
E se è vero che il cavallo è un eccellente lettore di emozioni e sentimenti, non si può escludere la percezione delle nostre lo porti a sentirci più vicini.
Per chi desidera leggere lo studio in versione integrale (in inglese): CLICCA QUI