Bologna, 31 dicembre 2020 – La ‘bizzarra’ scuderia di Piacenza, composta dai cavalli di Francesco Mochi da Montevarchi (1580-1654) e da quelli del contemporaneo Mimmo Paladino rimarrà in Piazza Cavalli fino al 28 febbraio. Le statue equestri in bronzo di Alessandro e Ranuccio I Farnese, realizzate dallo scultore toscano tra il 1612 e il 1628 e le 18 sculture in vetroresina dell’artista di Paduli, rimangono in Piazza Grande, antica denominazione della piazza principale di Piacenza, nell’ambito dell’iniziativa PaladinoPiacenza, curata da Flavio Arensi ed Eugenio Gazzola.
Parte di un programma culturale promosso dal Comune di Piacenza, dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, dalla Diocesi Piacenza-Bobbio, dalla Camera di Commercio di Piacenza con cui la città emiliana si era candidata quale Capitale della Cultura 2020, PaladinoPiacenza, inaugurata lo scorso ottobre, ha indubbiamente riscosso un buon successo di pubblico grazie al fatto di essere un’esposizione artistica all’aperto in un momento in cui i musei ‘indoor’ hanno sofferto delle chiusure imposte dal Covid19. Ciò nonostante, le restrizioni pandemiche e una stagione turistica drasticamente penalizzata, non hanno consentito all’istallazione di godere della meritata visibilità, sicuramente ottenuta in tempi meno complicati.
Da qui l’idea della giunta piacentina – con l’assesore alla cultura Jonathan Papamarenghi in testa – di prolungare la permanenza dei cavalli in piazza.
Queste le parole dell’assessore Papamarenghi: «Abbiamo deciso di prorogare PaladinoPiacenza perché si è trattato di un’occasione unica in questo momento di chiusura forzata di musei e gallerie; l’iniziativa “en plein air” ha infatti contribuito a mantenere inalterato il legame con la grande arte e ammirare i Gruppi equestri di Alessandro e Ranuccio Farnese capolavori indiscussi e simboli del nostro territorio, che dialogano con questa installazione realizzata appositamente da questo artista, oggi tra i più riconosciuti esponenti dell’arte contemporanea italiana. I cavalli arcaici di Paladino sono stati in qualche misura il simbolo di un nuovo inizio e non è un caso che i riferimenti nazionali siano stati numerosi. Piacenza è stata una delle realtà più colpite dal Coronavirus la primavera scorsa e i cavalli in vetroresina, manifestano – grazie alla bravura di Paladino – tutta la loro energia e tutta la loro forza. Inoltre al centro dell’installazione c’è un piccolo cavallo che emerge dal gruppo, gli altri fanno scudo; ecco io credo che questa sia una metafora della nostra comunità, perché, parafrasando un romanzo di qualche anno fa, “Nessuno si salva da solo”, c’è infatti in ogni occasione un gruppo, una comunità ed ecco il motivo per cui questa opera d’arte potrà rimanere ancora due mesi al centro della piazza, per esprimere, seppur sotto metafora il senso di comunità della gente di Piacenza. Si sta valutando la ricollocazione provvisoria a Palazzo Farnese di “PaladinoPiacenza”, dove potrà essere anche palcoscenico di diverse ulteriori culturali, in attesa di una felice collocazione definitiva».