Bologna, 12 maggio 2021 – In un epoca di grandi incertezze, perfino l’epica di Omero non è più un riferimento: forse il cavallo di Troia non era un cavallo…
È la notizia bomba che ci arriva dall’archeologo navaleitaliano Francesco Tiboni. Secondo il super esperto, l’epica vicenda narrata da Omero sull’assedio di Troia, una delle più note, non vedrebbe un cavallo sotto le mura della città, bensì un altro genere di ‘hippos’.
Secondo Tiboni, l’ambiguità arriva dalle prime traduzioni post-omerriche, realizzate intorno al VII a.C. E da quelle a seguire di Virgilio (il sommo poeta latino).
Nella traduzione della parola greca hippos usata da Omero, i latini avrebbero impiegato il termine “equus”, cavallo per l’appunto.
E tutta l’iconografia storica? Sarebbe stata vittima delle ‘parole’, quindi anch’essa deviata nella rappresentazione. E del resto, secondo Tiboni, prima del VII a.C. non esisterebbero rappresentazioni iconografiche di alcun cavallo legato all’epica vicenda.
Quindi, se il cavallo di Troia non era un cavallo, che cos’era?
Secondo la tesi di Francesco Tiboni, il celebre cavallo con la pancia piena di Achei – tra i quali l’astuto Ulisse – sarebbe in realtà stato… una nave.
Di forma più consona a contenre dei guerrieri, ci sono evidenze storiche che esistesse una nave di foggia fenicia che veniva appunto chiamata hippos.
Il nome deriva all’imbarcazione dal fatto che sullo scafo, a titolo decorativo e propiziatorio, fosse scolpita una testa di cavallo, scultura antesiniana delle polene.