Bologna, 18 aprile 2022 – C’era una volta un paesino nella parte remota dell’India del sud che affaccia verso il Parco nazionale di Periyar…
Comincia così la narrazione di questa storia indiana che, sotto molti aspetti, sembra fatta apposta per diventare la scenografia di un film molto equestre.
Sì, di quelli dal sapore un po’ British, con il profumo del cuoio dei finimenti e il retrogusto del tea che in quelle zone, con le sue coltivazioni, approvvigionava l’impero di fine Ottocento di Sua Maestà.
John Daniel Munro, per l’appunto, ha una piantagione di tea che si estende sulle morbide colline di Peerumade. Ed è solo. Molto solo.
Complice la lingua straniera e il rigido sistema gerarchico seguito nelle piantagioni, i possidenti britannici non socializzavano con i ‘locali’.
Ma a John Daniel, ciò pesa moltissimo e così inizia a rivolgere la propria attenzione a Downy. Una cavalla grigia.
Che probabilmente lo ascolta durante le tante ore in sella nella piantagione per controllare i raccolti. O, più semplicemente, alla quale lui parla. E parla.
Difficile ipotizzare di cosa Mr. Munro parli a Downy. Forse della Gran Bretagna, dei salotti… O dei suoi stati d’animo, delle sue preoccupazioni, dei raccolti, della vendita del tea.
Sta di fatto che la docile cavalla grigia è lì e lo ascolta. Con lui attraversa il clima umido delle distese di tea e, giorno dopo giorno, si instaura una vera amicizia. Profonda. Di gratitudine da parte dell’uomo.
Tanto che John Daniel Munro, a un certo punto, esprime il desiderio che il suo cavallo possa, quando sarà il momento, essere seppellito accanto a lui.
Non è dato sapere chi se ne andò per primo. Se il solitario inglese o la docile grigia che aveva acquistato a Alappuzha o a Thiruvananthapuram.
Di sicuro si sa che il volere di Mr. Munro fu rispettato. E oggi Downy potrebbe essere a tutti gli effetti forse l’unico cavallo che gode di una sepoltura in un cimitero britannico. Oltre tutto in un paese in cui gli animali rivestono un ruolo molto particolare, sospeso tra rispetto religioso e tradizione.
La sua lapide è accanto a quella del padrone che morì nel 1895. Nel campo consacrato adiacente alla chiesa inglese a Pallikunnu.
La loro vicinanza ‘oltre’ è un simbolo di altissimo amore tra l’uomo e il suo cavallo. Non un mezzo di trasporto ma un amico per sempre.