Il 10 febbraio scorso, l’associazione Horse Angels ha inviato al Dipartimento One Health le risultanze di un’inchiesta condotta dai Carabinieri del NAS di Perugia che ha portato alla luce un sistema fraudolento volto all’acquisizione e allo smaltimento illecito di equini non destinati alla produzione alimentare (NON DPA), ma indirizzati alla macellazione clandestina.
Le indagini hanno evidenziato come il traffico di questi animali fosse facilitato dall’uso improprio del codice Zeta, strumento utilizzato per rimuovere gli equidi dai registri ufficiali attraverso manipolazioni informatiche nella Banca Dati Nazionale Equina. Un’abitudine che ha minato la sicurezza della filiera alimentare e compromesso il benessere animale, consentendo l’eliminazione illecita di cavalli non produttivi per fini di lucro.
Il codice Zeta è entrato in uso, temporaneamente, durante il passaggio dalla Banca Dati Equidi (BDE) alla Banca Dati Nazionale (BDN), con l’intento di registrare l’uscita degli animali dai registri ufficiali. In particolare per quelli destinati alla macellazione o che non erano più attivi nella filiera.
Tuttavia, l’uso non controllato di questo strumento ha aperto la strada a pratiche fraudolente, come emerso nell’operazione del 10 febbraio, in cui il codice è stato abusato per rimuovere cavalli dalla documentazione ufficiale, agevolando la loro macellazione clandestina.
A seguito di questa scoperta, il Dipartimento One Health, attraverso la Direzione Generale della Salute Animale, ha accolto la proposta avanzata da Horse Angels di rivedere l’utilizzo del codice Zeta nel sistema di Identificazione e Registrazione (I&R) degli equini.
Il Ministero della Salute ha deciso di limitare l’impiego di questo strumento. Riservandolo solo alle operazioni ammissibili e imponendo la necessità di giustificazioni documentate e verifiche da parte dei servizi veterinari.
Un passo decisivo per combattere la macellazione illegale di cavalli. E rafforzare la protezione del benessere animale.