Roma, 14 agosto 2024 – Se siete anche voi assidui frequentatori di scuderia vi sarete, ahimè molto probabilmente, imbattuti in cavalli che dondolano a destra e sinistra, spiccatamente aggressivi o che sbattono energicamente contro le pareti del box, piuttosto che facciano leva su una superficie dura ingoiando aria..se non lo sapete già, questi atteggiamenti sono stereotipie (ovvero schemi comportamentali rigidi, compiuti in maniera ripetitiva e continua, senza alcuno scopo o funzione apparente; detti anche “vizi comportamentali”). Colpiscono il 15% dei soggetti equini principalmente tra quelli ricoverati in box, e sono, con elevata probabilità, dovuti allo stress conseguente spesso alla privazione di adeguati: spazi, contatti sociali tra simili, distrazioni, alimenti.
Dette alterazioni comportamentali si possono distinguere in tre macro gruppi:
- Motorie:
- Ballo dell’orso: dondolamento sul posto del cavallo, il quale sposta di continuo il peso da un arto anteriore all’altro, accompagnando il movimento con un dondolio del collo e conseguentemente della testa. Detta sintomatologia porta ad un lento e progressivo logorio dei tendini e delle articolazioni degli arti anteriori.
- Muoversi in circolo nel box, con conseguente danno tanto alle articolazioni e i tendini quanto ai piedi, e ad un’usura precoce dei ferri oltretutto principalmente da un lato visto che il movimento si manifesta sempre alla stessa mano;
- Raspare;
- Calciare con gli anteriori o i posteriori;
- Sfregare la coda su una superficie d’appoggio;
- Incensare: flettere ed estendere di continuo la testa sul collo.
- Orali:
- Ticchio d’appoggio, o aerofagico: ovvero quando un cavallo appoggia i denti incisivi superiori su una superficie dura e contrae i muscoli del collo ingoiando aria; se il comportamento avviene senza il contatto dei denti con una superficie dura, si parla di ticchio aerofagico.
- Masticare il legno;
- Coprofagia.
Questi vizi possono portare con alta probabilità a coliche gassose, ad un consumo prematuro della tavola dentaria, ipertrofia della muscolatura e, in alcuni casi, inappetenza.
- Reattive.
- Auto aggressività;
- Aggressività verso altri cavalli o verso le persone;
- Aggressività verso il proprio puledro (nel caso della fattrice).
In alcuni casi queste anomalie del comportamento possono inficiare l’atto di compravendita, infatti i vizi redibitori possono essere causa di rescissione del contratto di acquisto qualora la patologia renda il cavallo non idoneo all’uso a cui è destinato.
Ai sensi dell’art. 1490 del codice civile “ Il venditore è tenuto a garantire che la cosa venduta sia immune da vizi che la rendano inidonea all’uso a cui è destinata o ne diminuisca in modo apprezzabile il valore”.
Per essere considerati redibitori, e quindi godere di una garanzia, i vizi devono:
- essere sorti prima della vendita o causati da eventi anteriori all’acquisto;
- non apparenti o facilmente riconoscibili al momento dell’acquisto;
- essere tali da influenzare le funzionalità del soggetto tanto che se l’acquirente ne fosse stato informato non avrebbe concluso il contratto.
É da sottolineare che l’acquirente per usufruire della tutela prevista dalla legge deve denunciare entro otto giorni dalla sua scoperta la presenza del vizio al venditore, e ha tempo fino ad un anno dall’acquisto per agire in giudizio.
In caso di denuncia del vizio il dedicato articolo 1492 del codice civile prevede due possibilità:
- La risoluzione del contratto, ovvero restituzione della somma pagata da parte del venditore e conseguente restituzione del soggetto da parte dell’acquirente;
- La riduzione del prezzo, pattuita proporzionalmente all’inettitudine provoca dal vizio.
Ad ogni modo non c’è da allarmarsi nel caso si manifestino detti comportamenti, sono spesso rimediabili soprattutto se presi all’origine della loro apparizione; è però più che doveroso farsi delle domande e provvedere, al meglio delle nostre possibilità, a correggerli.
Come? Abbiamo detto all’inizio che sono una dimostrazione di malessere, il cavallo parla con noi attraverso il comportamento, esattamente come fa quando è in branco; sta a noi documentarci e dedicargli la giusta attenzione per poterlo decifrare.
Principalmente dobbiamo evitare che si annoi, che provi ansia o disagio. Dobbiamo assicurarci che passi fuori dal box un tempo sufficiente ogni giorno, dalle due ore in sù, tra lavoro, passeggiate o paddock; che possa avere contatto, almeno visivo, con i propri simili in un box non totalmente chiuso e ancor meglio con finestra; che assuma il giusto quantitativo di cibo nell’arco della giornata, la rete del fieno, per esempio, potrebbe essere una soluzione che lo tiene occupato mentre è in box.
Passate del tempo con i cavalli, siate fonte di distrazione e gioco, non relegateli a mero strumento di attività sportiva.