Bologna, 20 luglio 2022 – Apprendiamo dalla Brooke Action fo Working Horses and Donkey, storica associazione di matrice anglosassone, che la Costa d’Avorio, il 13 luglio scorso, ha vietato la macellazione e l’esportazione di asini. Una risoluzione che non si può accogliere se non con grande plauso. Soprattutto in paesi nei quali lavorare accanto ai propri animali e occuparsi di loro può fare la differenza tra vivere o morire di stenti.
Negli ultimi anni, centinaia di migliaia di asini in tutta l’Africa sono stati macellati per la loro pelle a causa della crescente domanda da parte del mercato cinese di ejiao, una medicina tradizionale derivata dal pellame che si ritiene abbia proprietà curative e anti-invecchiamento.
Le statistiche ufficiali sulla popolazione di equidi in Costa d’Avorio sono sconosciute. Tuttavia la posizione geografica del Paese, importante porto dell’Africa occidentale, ne ha fatto un corridoio per ogni tipo di commercio. Soprattutto con i confinanti Ghana e Burkina Faso. Nel 2019, le autorità ivoriane hanno chiuso un macello clandestino di asini nella città settentrionale di Ouangolodougou che esportava carne in Cina.
Il rappresentante della Brooke per l’Africa occidentale, Emmanuel Sarr, ha dichiarato: «Questa è una decisione storica per la conservazione della specie asinina. È il risultato di una risposta integrata a livello regionale, guidata da Brooke West Africa. È davvero un enorme sasso gettato in uno stagno di trafficanti di pelli d’asino. Ed è il risultato di una grande collaborazione con il Ministero dell’Allevamento della Costa d’Avorio».
Brooke West Africa ha incontrato per la prima volta il Ministero nel settembre 2021. Gettando le basi per la storica presa di posizione arrivata ora all’ufficializzazione e all’operatività.
La notizia della Costa d’Avorio segue quella del divieto di macellazione degli asini in Tanzania per i prossimi dieci anni, annunciato dal governo alla fine del 2021.