Bologna, 23 giugno 2024 – Avevamo trattato del tema dei re-wild lungo il corso del Danubio lo scorso gennaio, quando il governo serbo aveva dovuto intervenire per mettere in sicurezza un branco di cavalli rimasto isolato su un isolotto sul grande corso d’acqua nei pressi di Belgrado. Ma il problema potrebbe essere ben più esteso… Anche in termini chilometrici.
Secondo fonti dirette, anche il Delta del Dunărea (questa la declinazione rumena del grande fiume) deve fare i contri i re-wild che starebbero mettendo a serio rischio il delicatissimo ecosistema della Foresta di Latea, questo il nome dell’area del delta – patrimonio dell’Unesco – che si estende tra la Dobrugia rumena e l’oblast di Odessa.
Si tratta di un’area con caratteristiche praticamente uniche: un delta fluviale del nord con caratteristiche mediterranee. Qualcosa che davvero non si dovrebbe perdere.
I cavalli che vivono bradi da quelle parti – come spesso accade – non hanno niente di poeticamente selvaggio nella loro storia recente. Sono soggetti a cui l’uomo ha voltato le spalle e hanno dovuto re-inventarsi una vita da soli, in natura, per rispondere al primo imperativo dell’istinto di sopravvivenza.
Cavalli che ora si trovano a essere una inconsapevole minaccia. Loro malgrado.
Secondo quanto ci ha testimoniato un ufficiale della polizia di confine, non c’è una reale possibilità di ricollocamento per i cavalli. Né c’è in atto alcuna politica di reale contenimento demografico della popolazione equina che quindi continuerà a crescere a dispetto dell’inerzia dei sapiens.
Con una previsione piuttosto scontata, presto i cavalli del Delta del Danubio diventeranno una ineluttabile emergenza e il loro abbattimento – così come sta avvenendo in Australia per i Brumby del Kosciuszko Park – diventerà l’unica via. Del resto non dimentichiamo quale confine è coinvolto in questa vicenda… Un confine che attualmente ha sicuramente priorità diverse. E per le quali l’uomo, in entrambi i casi – della guerra e dei cavalli – ha sicure responsabilità.