Pavia, 20 novembre 2021 – Si terrà il 27 novembre prossimo all’allevamento Il Laghetto di Siziano, in provincia di Pavia, e avrà un obiettivo alto: quello di arricchire la cultura equestre italiana.
E’ Dressage Forum, una giornata fortemente voluta dal cavaliere Ricardo Magalhaes e Riccardo Volpi, proprietario dell’allevamento di Fonte Abeti.
Rivolto a professionisti e appassionati della disciplina, il forum prevede la disamina delle varie fasi di lavoro di un cavallo da dressage. Dai suoi tre anni fino al livello del Grand Prix.
Grazie ai contributi di esperti del settore come il cavaliere portoghese Daniel Pinto e il giudice internazionale Eugenio Rovida i presenti potranno approfondirne i vari aspetti.
A stimolare e rendere vivi gli argomenti di studio saranno cavalieri e amazzoni come Gloria Colombo, Nelson Aleluia, Leandro Freire e Maria Vittoria Duranti.
Quasi tutti i cavalli loro partner al forum saranno prodotti dell’allevamento di Fonte Abeti, specializzato in questo indirizzo di selezione.
Abbiamo parlato al telefono con Ricardo Magalhaes, e la prima cosa che abbiamo osservato è che ci sarà parecchio Portogallo in questa giornata dedicata alla bella equitazione.
“Sì, è vero” ci ha spiegato Magalhaes,”quello che voglio passare come messaggio è quello legato ad una equitazione non mirata ai punti da ottenere in gara, ma al rispetto del cavallo. Perché equitazione e horsemanship non sono due cose diverse. Anzi, l’equitazione stessa è sempre stata basata su quello che adesso viene definita horsemanship. Il problema nasce quando si forza il cavallo per ottenere il 70% nei punteggi…”.
Come mai il Portogallo è così ricco di grandi cavalieri e di cultura equestre?
“Tutto viene da una tradizione antica, quella del jinete: nel 1790 venne scritto il primo trattato portoghese sull’equitazione, A Luz da Liberal e Nobre Arte da Cavallaria di Manuel Carlos de Andrade. Da noi l‘equitazione da lavoro era una necessità per il cavallo iberico, che serve anche a gestire i tori e gli allevamenti di bovini. Ma è importante focalizzare una cosa: in equitazione si va verso la finezza se il cavallo è fine. E i portoghesi, volendo un cavallo che interagisse con il toro, hanno messo tanto sangue: quindi molto Arabo. Poi la passione, l’amore dei portoghesi per questi cavalli ha fatto tanto, sino ad arrivare al grande Nuno Oliveira che ha marcato la differenza. Un maestro, che oltre a lavorare i cavalli approfondiva gli studi teorici e che ha avuto dieci allievi estremamente innamorati dell‘arte equestre. E queste dieci persone hanno passato tutta questa finezza, tutto questo rispetto e amore, e tecnica e modo di insegnare arte equestre ai loro allievi. Perché se c’è arte, vera arte equestre c’è finezza e rispetto del cavallo”.