Bologna, 18 dicembre 2024 – Ormai ci siamo, è arrivato l’inverno – almeno secondo il calendario, perbacco.
Ma comunque, anche se non si registrano temperature polari, l’abbassamento della temperatura richiede qualche attenzione in più per i nostri cavalli.
Sia quelli felicemente in paddock o pascolo, che i soggetti ricoverati per la maggior parte del tempo in box.
Una delle accortezze da non dimenticare è quella di controllare che i cavalli bevano a sufficienza: con il freddo, infatti, tendono a bere meno.
Quindi ogni giorno, oltre a controllare il beverino dei box (funziona? è pulito?) o l’abbeveratoio in paddock e pascoli (si è formato il ghiaccio? sono congelati i tubi?) assicuratevi anche che i cavalli siano sufficientemente idratati.
Quindi osservato il fianco, pizzicate la pelle del collo per controllare il livello di idratazione dei cavalli: e per invogliarli a bere ricordate di tenere sempre a disposizione il sale, in rulli o blocchi.
Una osservazione utile per chi si trova fuori coi cavalli, magari per una trekking invernale la troviamo ne “Il Veterinario MIlitare” di Vincenzo Mazza, edito nel 1830 a Napoli dalla Reale Tipografia della Guerra.
La riportiamo per voi di seguito:
“Quando vicino al quartiere e molto più all’accampamento vi sono delle fonti copiose di acqua o dei ruscelli limpidi scorrenti si dovrà preferire sempre di abbeverare a questi più tosto che con l’acqua dei pozzi e delle cisterne. Quando poi si debba far uso di queste ultime si userà la precauzione se è nell’inverno di abbeverare i cavalli tosto che l’acqua è tirata, e se è nell’estate di tirarla qualche ora prima. La ragione di questa differenza è la seguente.
Nell’inverno l’acqua dei pozzi è sempre più calda della temperatura dell’atmosfera, per cui è bevibile appena tirata mentre non lo sarebbe più se al contatto dell’aria divenisse diacciata o freddissima.
All’opposto nell’estate l’acqua dei pozzi, essendo più fredda assai della temperatura atmosferica, è d’uopo che a questa si riscaldi un poco per evitare che possa produrre delle coliche ed anche delle rapprensioni essendo ogni animale accaldatissimo e in una quasi continua sensibile traspirazione”.