Bologna, 19 giugno 2023 – È tempo di turisti e di vacanze. Le città d’arte si riempiono. Il caldo inizia a farsi sentire. E, come ogni must di stagione, torna il tema del trasporto ippotrainato nelle città. Regolamentato, legale, illegale, abusivo, attento o non attento al benessere animale, romantico o obsoleto, questo impiego del cavallo è da sempre fortemente divisivo.
E nel paese dei Montecchi e Capuleti, dei Guelfi e Ghibellini o, più banalmente dei derby delle opinioni, pare impossibile trovare un modus vivendi che possa mettere d’accordo ragioni diverse.
Secondo quando raccontato da Andrea Valtriani su La Nazione, gli attivisti della LAV – Lega Anti Vivisezione – sono scesi in piazza dei Cavalieri, a Pisa, contro l’utilizzo dei cavalli per il traino delle carrozze a uso turistico. «Chiediamo ai nostri cittadini di sostenerci in questa battaglia – ha detto al megafono la portavoce della sezione pontederese della LAV, Ilaria Ilari – e ai turisti di non prendere le carrozze per visitare la città».
Gli attivisti si sono schierati di fronte a via dei Mille e hanno esposto una serie di cartelloni per formare lo slogan: «No Carrozze».
Sui volantini distribuiti ai passanti, la richiesta di fermare la pratica dell’uso dei cavalli nelle città e una serie di memorandum sulle loro condizioni: «I cavalli usati come traino delle carrozze per turisti, vivono come schiavi di un utilizzo arbitrario e violento, in nome di un’anacronistica e inaccettabile tradizione – ha continuato al megafono Ilari –. L’amministrazione comunale non deve più concedere le licenze per i veicoli a trazione animale e favorirne la conversione, incentivando l’utilizzo di mezzi sostitutivi, come già accaduto a Verona e Cagliari, così come al parco della Reggia di Caserta».
Uno degli attivisti ha indossato una maschera di gomma raffigurante la testa di un cavallo. «Lo scorso agosto il Governo ha firmato l’ordine del giorno della deputata Patrizia Prestipino – ha aggiunto l’attivista – impegnandosi a vietare carrozze e slitte trainate da cavalli su tutto il territorio nazionale. Vogliamo una legge che lo vieti del tutto e non vuote promesse. Vogliamo che i cavalli siano liberi dalla schiavitù. Ci sono alternative e chiediamo che vengano prese in considerazione per il benessere di questi animali intelligenti che sono privati della dignità, costretti a muoversi nel traffico e nello smog, esposti a un forte stress emotivo e condannati a un lavoro duro, continuamente sotto il sole».
Fonte: La Nazione/Andrea Valtriani