Milano, 9 luglio 2018 – Luis-Jean Delton (1807-1891) era un ufficiale francese appassionato di equitazione.
Tra i primi ad occuparsi delle corse al galoppo in Francia e socio del Jockey Club, si dedicò alla fotografia equestre fondando una vera e propria dinastia di artisti dell’obiettivo davanti le cui lenti passarono tutti i rappresentanti dell’aristocrazia della Bella Epoque e buona parte del demi-monde che viveva nella loro scia.
Tutti i clienti in sella o alle redini lunghe, che l’equitazione e i cavalli erano lo sport ed il passatempo per eccellenza di chi voleva fare sfoggio di sé, della sua eleganza e delle sue capacità economiche.
Presso lo studio Dalton al numero 83 di Avenue de l’Imperatrice (adesso Avenue Foch, in pieno Bois de Boulogne) si succedevano incessantemente teste coronate, nobiltà del sangue, principi in esilio, cortigiane di lusso e fanciulle della buonissima società.
Di loro grazie ai Delton sono rimaste immagini che ci permettono di infilare la nostra curiosità in quei giorni spariti per sempre, cancellati dalla tragedia della Prima Guerra mondiale.
Possiamo così ancora guardare in faccia il principe Lucien Murat, cupo e un po’ inquietante tutto rapito dalla bellezza della sua amante del momento, Cora Pearl: bellissima ed elegante in sella da amazzone, nel momento del successo la signora manteneva in scuderia più di sessanta cavalli.
Oppure ammirare un severo Monsieur Adam Salomon alla guida del suo Victoria Grand-Duc con un bel cob pezzato tra le stanghe, o assistere alla trottata della elegantissima famiglia del conte de Ganey sentendo quasi il vento che accarezza la veletta di Mademoiselle.
O ancora ammirare le evoluzioni della Ecuyer più celebre dei tempi, la magnifica Thérese Renz: amazzone circense, domatrice e regista capace di interpretare l’Alta Scuola al livello dei più celebri colleghi maschi (e con più grazia!).
Figlia e moglie d’arte, Madame Renz ebbe una vita avventurosa e anche dolorosa ma mai nulla la allontanò dalla sua professione: e proprio grazie alle fotografie dei Delton possiamo renderci conto, con ingenuo stupore, di quanto questa signora costretta da busti e convenzioni sociali fosse straordinariamente capace e moderna dal punto di vista dell’arte dell’equitazione.
Basta guardarla con i suoi cavalli, tutti soggetti dalla morfologia ancora attuale – e difatti si tratta di Purosangue Arabi e Spagnoli, gli stessi cavalli amati per la stessa disciplina anche ai nostri giorni.
Possiamo ancor farlo grazie a Luis-Jean Delton, che per catturare al meglio la dinamicità dei suoi soggetti preferiti si inventò anche un otturatore speciale e riuscì per primo a cogliere l’arrivo sul filo di lana del vincitore del Grand Prix di Parigi, nel 1884: il cavallo era Little Duck, del Duca di Castrie e vinse 100.000 franchi in moneta sonante.
Perché le corse e il Bel Mondo, si sa, girano attorno a questo.