Bologna, 19 febbraio 2025 – Le fratture sono tra gli incidenti comuni nei cavalli da corsa, a causa delle forti sollecitazioni che le ossa possono subire nella pratica sportiva. Tra i principali motivi di eutanasia, con circa 60 cavalli che devono essere soppressi ogni anno negli ippodromi del Regno Unito, le fratture sono l’infausto frutto di una condizione più complessa di quanto si sarebbe portati a pensare. Con fattori di rischio sia ambientali sia genetici.
Una nuova ricerca del Royal Veterinary College (RVC) ha identificato infatti ben 112 geni che potrebbero contribuire al rischio di fratture ossee nei Purosangue.
Guidato dalla dott.ssa Debbie Guest, ricercatrice senior presso la RVC, un team di ricercatori ha condotto una sperimentazione avvalendosi di un complesso incrocio di dati. Ne sarebbe emersa l’identificazione di 112 geni che potrebbero essere coinvolti nel rischio di frattura. Molti di questi regolano la matrice ossea. Tuttavia, un gran numero di geni non è mai stato studiato prima nelle ossa e sono necessarie ulteriori ricerche per capire quale sia il ruolo di questi geni nelle cellule delle ossa e come contribuiscano al rischio di frattura.
«Le fratture sono un problema comune nei cavalli da corsa – ha spiegato Debbie Guest -, nonostante le numerose modifiche apportate agli ippodromi nel corso degli anni per ridurre i fattori di rischio ambientali. Sappiamo che il rischio di frattura ha una componente genetica e abbiamo già sviluppato un punteggio di rischio poligenico per le fratture che ci permette di identificare i cavalli a maggior rischio. In questo studio abbiamo identificato molti nuovi geni che presentano un’espressione alterata nelle cellule ossee dei cavalli ad alto rischio. Ora possiamo iniziare a sviluppare una comprensione più approfondita di come il tessuto osseo sia alterato nei cavalli ad alto rischio e nuovi interventi per ridurre l’incidenza».
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