Milano, 7 gennaio 2025 – La pittura è l’espressione dell’anima e delle emozioni di un artista. I pittori, spiriti liberi e indomiti cercano di mettere su tela la loro essenza più profonda. E quindi quale miglior soggetto se non l’animale più empatico e valoroso di tutti, ovvero il cavallo? Proprio lui è stato ricorrente nella storia dell’uomo, prima come animale da lavoro nei campi, poi nelle guerre e infine come mezzo di trasporto. Per questo gli artisti l’hanno più volte omaggiato rendendolo protagonista delle loro opere.
Se ci si addentra nei meandri del ‘700 si incontra una figura speciale, un artista inglese, la cui passione equestre gli garantì il titolo di “pittore dei cavalli”: si tratta di George Stubbs. Egli rappresentò questi animali singolarmente o in gruppo, talvolta accompagnati da cani o da uomini. Si interessò moltissimo dell’anatomia del cavallo tanto da eseguire diversi studi e rappresentazioni molto precise, che furono utili per gli artisti successivi. Dipinse prevalentemente cavalli da corsa, ma non disdegnò ritratti equestri, paesaggi, e altri animali. I suoi disegni sono precisi e coscienziosi. Il colore è sempre brillante ma aderente al soggetto, trasmettendo una propria personalità.
Il dipinto più famoso è sicuramente “Whistlejacket”: è raffigurato il cavallo da corsa del Marchese di Rockingham, in posizione eretta sugli arti posteriori, decorati da due balzane, su uno sfondo neutro. Il mantello è sauro nonostante la coda presenti delle sfumature più chiare. Il collo è muscoloso, le orecchie guizzanti e lo sguardo reattivo. In “Mares and Foals in a River Landscape” (qui in foto) si vedono due fattrici con i rispettivi puledri e un terzo cavallo grigio, visto posteriormente (si potrebbe ipotizzare che sia uno stallone). Anche in questo caso è apprezzabile la cura di Stubbs per l’anatomia dei cavalli nei loro dettagli. Il paesaggio è un dolce laghetto retrostante in cui si riflettono le piante e le nubi. Un’atmosfera simile può essere ritrovata in “Two Bay Mares And a Grey Pony In a Landscape”, in cui il pony grigio chiarissimo conferisce al dipinto un’aria quasi fiabesca. In “The Hunters leave Southill” si osserva l’accostamento della figura del cavallo a quella dei cani: sembra infatti che i cacciatori si stiano allontanando dalla tenuta per una battuta di caccia accompagnati dai segugi, in una tipica ambientazione inglese.