Roma, 1 settembre 2018 – Chi tra noi è ammalato sia di libri che di cavalli ha sicuramente già approfondito in proprio i testi classici dell’equitazione; ma Giovanni Battista Tomassini ha distillato un libro che è notevole per correttezza storica e formale, profondità di ricerca e ampiezza di visuale.
E per leggerezza e facilità di lettura, due doti non così comuni tra chi si occupa solitamente di questi studi: parliamo de “Le opere della cavalleria”, un volume che non ripete nulla di già scritto da altri ma accende luci nuove su testi che meriterebbero di essere conosciuti davvero, e non solo citati di quarta mano.
Ne parliamo direttamente con l’autore, Giovani Battista Tomassini, che di mestiere fa il giornalista ed è Responsabile della Redazione Cultura e spettacolo del TG3.
Quando e perché ha pensato di scrivere questo libro?
«La prima idea di dedicare uno studio alla trattatistica equestre cinquecentesca risale agli anni in cui studiavo all’università. Durante un viaggio a Londra comprai un libro di Sylvia Loch, grazie al quale scoprii autori come Grisone e Fiaschi. Tornato a casa cominciai le prime ricerche e accennai di questo mio interesse al mio maestro Riccardo Scrivano, allora ordinario di letteratura italiana all’Università di Roma 2 Torvergata. Lo studio però richiedeva una lunga ricerca nelle biblioteche di mezza Europa per rintracciare i preziosi volumi: alla fine rinunciai, ma non abbandonai mai del tutto il progetto e continuai a interessarmi di storia equestre. Una decina di anni fa una coppia di amici (l’avvocato Francesco Ferroni, fondatore del UAIPRE e la sua compagna, Cecilia Buonocore. anche lei allevatrice dalla quale avevo comprato un puledro), incuriositi dal mio interesse per la storia equestre mi incoraggiarono a scrivere un libro. Nel frattempo, era avvenuta una rivoluzione che rendeva finalmente possibile la mia ricerca: internet! Non c’era più bisogno di spostarsi da una biblioteca all’altra. I libri antichi erano ormai accessibili in rete, anche i più rari. Finalmente potevo mettere insieme le due grandi passioni della mia vita: i libri e i cavalli».
Quanto ha influito la sua esperienza personale di cavaliere sul modo di trattare l’argomento, e come questi studi hanno influito sul suo modo di montare a cavallo?
«Il fatto che io praticassi assiduamente l’equitazione già da almeno 25 d’anni è stato fondamentale per studiare dei libri che hanno un contenuto eminentemente tecnico. Credo anzi che proprio la difficoltà di cogliere appieno il significato tecnico di quelle opere abbia scoraggiato la storiografia accademica a studiarle. C’è anche da dire che l’importanza culturale dell’equitazione è stata molto sottovalutata dagli storici italiani, che l’hanno prevalentemente relegata nel campo dei “saperi strumentali”, non cogliendone le profonde implicazioni culturali. Detto questo, sono convinto che non si impari a montare a cavallo dai libri. Sono altrettanto certo però che i tanti anni dedicati allo studio abbiano affinato la mia sensibilità di cavaliere e arricchito moltissimo la mia esperienza equestre. Non solo da un punto di vista teorico, ma anche da quello tecnico e della pura gioia di cavalcare».
Cosa ha pensato quando finalmente ha avuto in mano la prima copia del libro?
«Stringevo in mano un sogno di gioventù diventato realtà. A dimostrazione che i sogni sanno scatenare energie travolgenti e durature. Altrettanto, se non più, emozionante è stato ricevere la prima copia dell’edizione americana. Tradurre il libro è stata una gran fatica, ma ne sono stato ripagato mille volte. Per il sostegno e l’incoraggiamento che ho ricevuto dal mio editore Richard F. Williams, per l’onore delle prefazioni di due tra i cavalieri che più stimo al mondo, come Arthur Kottas Heldenberg e Joāo Pedro Rodrigues, per le tante lettere, emails e messaggi di apprezzamento che ho ricevuto e tuttora ricevo da lettori di tutto il mondo».
Le opere della Cavalleria, la tradizione italiana dell’arte equestre durante il Rinascimento e nei secoli successivi”, edito da Cavour Libri a Frascati nel 2013 – pagg.288, € 25. In appendice anche una esaustiva bibliografia dei trattati di equitazione italiani, da tenere sottomano come dizionario e tavole pitagoriche.
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Il sito de Le opere della cavalleria Tomassini cura anche un sito: stesso titolo del libro, ancor più notizie e curiosità che lì si va oltre e si parla anche di Kikkuli, Bellerofonte, Vittorio Alfieri e tanti altri. Tutto da gustare, un argomento alla volta.
Per immergersi nell’atmosfera
Volete trovare il mood giusto prima di perdersi nel vasto mondo dello scibile equestre? rileggetevi Rinascimento privato, di Maria Bellonci (linea Oscar Mondadori, € 14,50), una immaginata autobiografia di Isabella d’Este che con tanti dei nostri cavallerizzi scrittori aveva solo da un grado o due di separazione.
Cavalli ne troverete pochi, ma in compenso sarete perfettamente registrati sulla lunghezza d’onda necessaria a comprendere lo spirito e l’ambiente delle corti italiane del Rinascimento.