Milano, 27 febbraio 2018 – Alcuni dei più conosciuti e famosi cavalli del Rinascimento sono nati dal genio di Albrecht Dürer, l’artista tedesco nato a Norimberga nel 1471 e lì mancato nel 1528.
Il Piccolo e il Grande cavallo, i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse, il Cavaliere, la Morte e il Diavolo ma anche i finimenti sorretti da La Nemesi e i cavalieri giostranti sullo sfondo della splendida Adorazione dei Magi: chi non li conosce, chi non ha sognato su di loro cavalcate di altri tempi e giorni corruschi di un’epoca terribile quanto splendida e affascinante?
Se siete anche voi tra questi, vi consigliamo di non perdere la mostra Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia che rimarrà al Palazzo Reale di Milano sino al 26 giugno 2018: potrete ammirare da vicino alcuni dei più bei dipinti di Dürer, splendidi di colori brillanti e dettagli infiniti e stampe e disegni che ti incantano per precisione e nitidezza e altre opere di artisti a lui contemporanei.
E tanti cavalli, sì, tanti: perché per Dürer (e anche per Leonardo da Vinci, di cui è presente un bellissimo disegno a tema equestre) il cavallo era un esercizio di equilibri, misure e proporzioni oltre che un soggetto potente e fortemente evocativo, così adatto ad essere reso da un artista e incisore del suo calibro.
Così potrete perdervi nei più minuti particolari di ogni disegno: chiedervi come noi se davvero quelle povere bestie avevano sempre la bocca aperta quando erano montati (soltanto quelli rappresentati al galoppo sfrenato, quindi presumibilmente non tenuti in bocca hanno le labbra chiuse) e la spiegazione ovviamente è lì, nelle imboccature che usavano ai tempi e che possiamo rivedere quasi dal vivo nella incisione della Nemesi.
O magari notare anche voi il curioso e ricorrente rametto di quercia intrecciato ai crini della coda e al ciuffo dei palafreni rinascimentali, che pare fosse destinato solo a quelli più brachimorfi e meno guerreschi: chissà se si riteneva che scacciasse qualcosa, sfortuna o vermi o insetti fastidiosi dopotutto possono essere quasi lo stesso.
Bellissima, incantevole raccolta di giorni strappati a vite che furono e che grazie a questi piccoli e grandi capolavori possono rivivere, ogni volta che qualcuno li osserva.