Lecce, 20 luglio 2020 – La lingua batte dove il dente duole, dice il proverbio: ma come fate a sapere se e quando i denti dolgono anche ai vostri amici con la criniera?
Loro non possono dirvelo a parole, ma se i denti dei vostri cavalli hanno dei problemi potete accorgervene dai loro atteggiamenti.
Per saperne di più abbiamo posto qualche domanda alla dottoressa Ombretta Orsini, medico veterinario specializzato in odontoiatria.
Dottoressa, quanto si pensa normalmente ai denti dei cavalli?
“Non tutti coloro che hanno a che fare con i cavalli sanno quanto lo stato della cavità orale, e nella fattispecie dei denti sia fondamentale non solo per la corretta assimilazione degli alimenti e quindi per consentire uno sviluppo armonico nel puledro ed un corretto mantenimento nell’adulto, ma anche per le performance atletiche del cavallo”.
Il loro stato incide soltanto sull’alimentazione, il benessere generale e la loro salute o anche nelle prestazioni?
“Statistiche recenti riportano che adeguate cure dentarie possano consentire di ottenere fino al 20% in più dalle prestazioni sportive, qualsiasi sia la disciplina praticata, e ciò si spiega con il fatto che attraverso l’imboccatura il cavaliere – o il guidatore ancora di più, nel caso degli attacchi – comunica le sue intenzioni, che possono essere travisate, distorte, o addirittura rifiutate, in caso di problematiche a carico del cavo orale”.
Quanti denti ha un cavallo?
“Il cavallo adulto ha da 36 a 44 denti. Tutti hanno 6 incisivi superiori e 6 inferiori, 3 premolari e 3 molari per lato sia nelle arcate superiori che inferiori, a cui si aggiungono i 4 canini nei maschi – detti anche scaglioni, e talora presenti anche nelle femmine. Circa la metà della popolazione equina ha inoltre da 1 a 4 premolari detti denti di lupo, di dimensioni molto ridotte, che spesso vengono estratti perché causa di interferenza con l’azione dell’imboccatura”.
Quali sono i problemi più comuni?
“L’intervento più frequente consiste nel raspare, a mano o con appositi strumenti dotati di potenti motori, le punte, spigoli acuminati di smalto che si formano sul lato esterno dei molari superiori e su quello interno degli inferiori a causa dei movimenti orizzontali che si verificano durante la masticazione, e che possono ferire le guance e la lingua e dar luogo a dolorose ulcere. Tuttavia siamo chiamati anche a numerosi altri interventi, tra cui l’estrazione dei già citati denti di lupo o di incisivi soprannumerari, il livellamento di uncini, craniali o caudali, l’arrotondamento degli scaglioni e l’esecuzione dei bit seat, operazione che consiste nello smussare lo spigolo dei primi premolari per evitare interferenze tra questi e l’imboccatura”.
Quali sono le cose di cui ricordarsi?
“Da un punto di vista preventivo potrebbe essere consigliabile una visita due volte l’anno nei puledri dai 18 mesi ai 6 anni e poi annualmente fino ai 18 anni ed oltre, quando i denti del nostro amico tenderanno a consumarsi sempre di più fino a diventar lisci e a necessitare l’uso di diete specifiche”.
Quali sono i segnali a cui dobbiamo fare attenzione?
“Ma quali sono i segnali che ci indicano un problema dentale? Tra i più ovvi, la perdita di peso, una crescita stentata, difficoltà a tenere la condizione corporea, a cui aggiungiamo difficoltà nella prensione e nella masticazione del cibo, la perdita di alimento dalla bocca, l’eccessiva avidità o al contrario l’inappetenza, il far magazzino o la cicca tenendo un bolo di alimento a lungo tra guance e gengive”.
Altri sintomi da non trascurare?
“Anche in assenza di questi segni facciamo controllare la bocca del nostro cavallo se notiamo che sporge la lingua o spalanca la bocca quando lavora, se montato scuote continuamente la testa, e/o saliva eccessivamente e/o si irrigidisce su di un lato od entrambi in risposta all’uso delle redini . In questo caso chiameremo il dentista, che ci farà un mucchio di domande riguardanti la salute generale del cavallo, lo stato dei vaccini, il lavoro che fa, il tipo di imboccatura che usiamo, prima di procedere ad un esame accurato di tutte le strutture della bocca, dapprima sull’animale sveglio e poi, se necessario, previa leggera sedazione e l’uso di uno strumento chiamato apribocca”.
Quando si deve ricorrere al “dentista” dei cavalli?
“I controlli del cavo orale dovrebbero cominciare già alla nascita del piccolo, o comunque entro i primi giorni di vita: alcune problematiche congenite in grado di portare gravi conseguenze, come il becco di pappagallo, possono essere trattate con l’applicazione di apparecchi ortodontici intervenendo precocemente”.
Il desiderio proibito di ogni veterinario specializzato in odontoiatria equina
“L’odontoiatria equina può essere molto faticosa e impegnativa. Tuttavia nulla ripaga la soddisfazione come ricevere la telefonata del cavaliere 15 giorni dopo aver lavorato su una bocca: Dottore grazie, come è cambiato!”
Dottoressa Orsini, grazie di cuore: al momento non siamo ancora cambiati troppo, ma almeno abbiamo qualche buona informazione in più sui denti dei nostri cavalli!
Chi è Ombretta Orsini – Nasce, già amazzone, nel 1968. Dopo un’infanzia ed una adolescenza ricche di peripezie, scoperto di non avere il talento (peccato veniale) né il denaro (peccato mortale) per diventare un cavaliere professionista, si laurea con lode in Medicina Veterinaria nel 1996.
Libero professionista da allora, vive ed opera nel Salento, occupandosi prevalentemente di riproduzione equina, neonatologia ed odontoiatria. Continua a praticare equitazione preferibilmente su base diaria.
Qui un antico libro a tema: e sì, è meglio controllarglieli anche se ve lo hanno regalato…non per sapere quanto vale, ma per accertarsi che stia bene!