Bologna, 6 ottobre 2024 – 800 ferri sembrano tanti… È questo il numero di quelli impiegati dall’artista Ollie Holman per realizzare un cavallo, in dimensioni uno a uno, che è stato inaugurato recentemente nella piccola comunità gallese di Clydach, sulle sponde dello Swansea Canal.
«Volevo che la scultura trasmettesse la storia della zona in modo stimolante – ha dichiarato Holman. – Mi piace creare intrighi con le mie opere, nella speranza che le persone guardino più da vicino per indagare e chiedersi perché si trova lì e cosa evoca».
E sicuramente Holman ha centrato l’obiettivo… Perché un cavallo fatto con i ferri lungo un canale? E più in particolare, perché lungo ‘quel’ canale?
Un po’ di storia
Lo Swansea Canal è un bacino artificiale, creato verso la fine del 1700. Erano gli anni della rivoluzione industriale. Quando nasceva l’economia e ogni cosa era destinata a cambiare per sempre. Nascevano le fabbriche, si ampliavano le miniere, il carbone era il combustibile emergente. Mentre le strade erano ancora a misura di carrozza, la ferrovia doveva ancora arrivare… Così in molti luoghi, il trasporto fluviale di merci fu la risposta vincente per far arrivare le materie prime dai paesi interni verso le coste. E produrre quindi lavoro, benessere, ricchezza.
In questo periodo di transito verso una modernità più compiuta, i cavalli che trainavano le chiatte lungo i corsi d’acqua, fiumi e canali come quello di Swansea, hanno costituito una risorsa straordinaria. Con il loro passo fermo e poderoso, riuscivano a far scivolare sulle acque ferme carichi fino a 22 tonnellate. Sono molte le produzioni che hanno un vero e proprio debito d’onore con questi cavalli che, come spesso accade nella storia di una razza con poca memoria e gratitudine – quella umana – quando intorno al 1850 si ramificò capillarmente la ferrovia, vennero lasciati al loro destino.
L’ultimo trasporto di merci sullo Swansess Canal risale al 1931. Dopo di che è stato l’oblio e l’abbandono.
Un territorio legato alla propria storia
In epoca molto più recente alcuni volenterosi hanno pensato che fosse un vero peccato che un’opera logistica tanto ricca di storia e fascino venisse lasciata all’incuria più totale e, attraverso la nascita di associazioni per la tutela del canale e volontariato, grazie all’intervento politico dei vari governi (eh, sì, anche in Gran Bretagna…) il canale è stato ‘recuperato’ e reso al territorio che l’aveva visto nascere. Con scopi diversi naturalmente… Oggi le sue acque ospitano canoe al posto delle chiatte e i cavalli non ci sono più… Tranne che sulla riva di Clydach, dove l’imponente cavallo composto da 800 ferri si propone ora di continuare a parlare di storia. Di quanto cioè i cavalli abbiano fatto per costruirla.