Parma, 3 novembre 2018 – La diversità genetica del cavallo Bardigiano ad oggi: il titolo del libro di cui vi parliamo questo mese è di chiara matrice tecnica, come giustamente ha da essere per valorizzare il Progetto Equinbio per la tutela della biodiversità delle razze equine italiane in cui rientra anche il nostro formidabile cavallino baio originario dell’Appennino tra Parma, Piacenza e Lunigiana.
Ma già dalla copertina potete capire che c’è qualcosa di più di una mera esposizione di dati ippologici lì, ad aspettarvi tra quelle pagine: l’immagine scelta è infatti quella di una antica grillera, un finimento a pettorale o collana che rappresenta bene il legame quotidiano che esisteva tra uomini e cavalli.
Perché leggendo le varie sezioni di questo volume – dall’analisi S.W.O.T. del progetto alle caratteristiche morfo-funzionali della razza, passando per caratterizzazione demografiche a diversità genetica – vi accorgerete che l’elemento che più di ogni altro ha fatto diventare il Bardigiano quello che è ancora oggi sono le persone che hanno vissuto con lui lungo i secoli, a cui molto lodevolmente questo lavoro ha dedicato amplissimo spazio grazie ad accurate, empatiche interviste ai più anziani tra loro ancora in attività.
Le loro sono parole splendidamente efficaci, vi regaleranno immagini di un tempo che non c’è più ma ha lasciato una eredità bella, intelligente, vivace e forte come tutte le vite buone: un tesoro che vive dentro questi cavallini bai, capaci di convertire i pascoli di boschi e monti in suppergiù 144 centimetri al garrese di quella loro eleganza sobria ma senza incertezze fatta di criniere lussuose, teste fini, occhi grandi e sinceri, orecchie piccole e attente e vive.
E con tanto cuore, e intelligenza: le ricordano sempre tutti gli allevatori intervistati l‘intelligenza e la buona volontà dei loro cavalli, tutti domati in casa e cresciuti di fianco ai loro uomini lavorando e vivendo con loro,
Cavalli che sono stati nascosti nei boschi quando il Governo voleva sfruttare le giumente solo per fare muli, e che venivano utilizzati come stalloni in modo clandestino evadendo le direttive ufficiali che tentavano di imporre altri padri, non graditi all’occhio e al buon senso degli allevatori storici che volevano preservare le loro linee di sangue classiche.
Cavalli che da sempre sono stati selezionati e usati per essere anche montati oltre che usati per gli attacchi e la soma; cavalli che erano persone di famiglia, dove c’era sempre la cavalla di casa pronta a portare tutto e tutti dove serviva.
Cavalli che erano la ricchezza, l’aiuto indispensabile ma anche l’orgoglio e la bellezza di gente che viveva una vita durissima, ma sapeva sempre metterci dentro qualcosa che brillava di buono.
Come un Bardigiano, che anche oggi ha dentro tutte le qualità che i suoi allevatori custodi hanno cercato in lui: e se non vi siete già innamorati di un cavallino di questi conoscendolo di persona state attenti, perché può capitarvi anche solo leggendo questo libro.
La diversità genetica del cavallo Bardigiano ad oggi, aa.vv.
Edito dal Libro Genealogico del Cavallo Bardigiano, pagg. 248 – Parma 2018 in collaborazione con Fondo Europeo per lo Sviluppo Rurale, Mipaaf ed Equinbio