Roma, 8 gennaio 2025 – I cavalli hanno sempre accompagnato l’uomo nella sua evoluzione, la loro domesticazione risale a ben 5500 anni fa, ad opera dei Botai, una civiltà originaria del Kazakistan (Asia Centrale) che non solo li allevavano e li usavano per spostarsi e spostare merci su lunghe distanze, ma li impiegavano anche come animali da carne e da latte.
Dal lavoro nei campi, a mezzo di trasporto e dunque di comunicazione, dalla guerra ai giochi ludici, dal divertimento allo sport, queste e non solo sono le attività a cui il cavallo era dedicato;
già dal 400 a.C., infatti, Ippocrate aveva individuato anche delle connessioni tra la pratica a cavallo e la medicina, connessioni che sono state poi studiate fino a dare al cavallo il ruolo di co-terapeuta, ovvero “strumento” intermediario della terapia, grazie alle sue innumerevoli doti tra cui quelle di essere un animale mansueto, che si lascia accudire e maneggiare pur essendo di grandi dimensioni, caratteristica anch’essa di cruciale importanza emotiva per l’assistito in quanto ne aumenta l’autostima. La sua mission non si completa con la mera pratica sportiva ma inizia prima, con l’accudimento e la preparazione per essere montato, e continua dopo con la ricompensa, il grooming e la pulizia del box.
Tra le attività terapeutiche in cui il cavallo svolge un ruolo centrale viste le sue caratteristiche si può distinguere tra “ippoterapia il cui scopo è riabilitativo, volto a migliorare il tono muscolare, l’equilibrio, la coordinazione neuro-motoria. La rieducazione equestre, che invece, presuppone un intervento attivo del disabile e risulta particolarmente utile ed efficace per la gestione di problemi cognitivo-comportamentali. L’ equitazione sportiva per disabili che si compone di attività “agonistica” ma anche (e soprattutto) dimostrativa: in tal caso ci si riferisce a caroselli e giochi a cavallo e si dà respiro all’aggregazione e alla socializzazione. L’equitazione Integrata, questa è una specifica area della rieducazione equestre esclusivamente indirizzata alla sfera educativa, ludico-ricreativa e socializzante, dove la componente deficitaria della persona debole non è così al centro dell’attenzione come nella terapia tradizionale, ma si considerano le sue abilità residue in chiave puramente normalizzante e senza pregiudizi. L’obiettivo principale dell’equitazione Integrata è quello di creare inclusione tra soggetti diversamente abili e normodotati attraverso il cavallo e lo sport ad esso associato” (cit.)
La Federazione Italiana Sport Equestri nell’intento di gestire quanto più possibile tutta l’attività che si svolge a cavallo, già all’inizio degli anni 2000 si è prodigata affinché anche la parte riabilitativa fosse inclusa tra le attività Federali, nel 2003 nacque quindi il Dipartimento di Riabilitazione Equestre che si proponeva di coniugare le competenze degli operatori specializzati nella riabilitazione con le conoscenze specifiche della materia equestre proprie della FISE.
Il primo step della Federazione è stato quello di delineare un programma per le figure tecniche che ha coinvolto medici, psicologi, fisioterapisti, veterinari e Tecnici Federali per la definizione dell’iter formativo del Tecnico FISE di riabilitazione equestre.
A marzo del 2015 il Ministero della Salute ha approvato in Conferenza Stato-Regioni le “Linee Guida Nazionali per gli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA)”, al fine di tutelare la salute degli utenti e il benessere dell’animale impiegato, oltre a definire standard operativi per la corretta e uniforme applicazione degli IAA nel territorio nazionale, dando indicazioni sui compiti e le responsabilità delle molteplici figure professionali e degli operatori coinvolti in questo tipo di iniziative (veterinari, medici, psicologi, educatori, etologi) e individuandone le modalità di formazione.
Attualmente la FISE conferisce la qualifica di Tecnico in Interventi Assistiti con il cavallo ai coadiutori del cavallo qualificatisi attraverso i corsi ministeriali, che seguano un corso integrativo oppure che siano già in possesso di qualifica federale. Inoltre ha istituito la qualifica di Tecnico di Sport Integrato, che si ottiene frequentando un apposito iter formativo aperto a tutti i quadri tecnici federali.
I circoli affiliati in cui operano questi tecnici sono abilitati all’emissione delle patenti LS (ludico sociali) che prevedono lo svolgimento di attività equestri volte all’integrazione.
L’integrazione è di grandissimo valore sociale ed educativo, non solo per l’individuo diversamente abile, ma anche per la crescita della sua autostima, promuovendo lo spirito di squadra, l’inclusione e la solidarietà.
Il cavallo nel suo essere apparentemente silente, trasmette in realtà una tranquillità e calma ideali per la positività emotiva.