Bologna, 17 settembre 2024 – In un mondo in cui la penuria di medici veterinari – soprattutto in ambito equino – suscita ben più di una preoccupazione dagli States fino all’Irlanda, l’idea giusta pare arrivare dall’Ungheria. Paese di indubbie tradizioni equestri ma non ancora così noto nella ‘produzione’ di medici per gli amici quattro gambe.
All’università di Budapest, facoltà di veterinaria, gli studenti del primo anno hanno avuto una bella sorpresa in occasione della loro prima lezione di anatomia.
Nell’aula, gremita di studenti, il rettore della facoltà professor Péter Sótonyi ha fatto salire su una pedana un cavallo – vivo – e con un gessetto ha disegnato sull’animale organi e ossa. Dalla testa ai piedi.
«Per gli studenti è la prima lezione ed è utile che avvenga con un animale vivo e non con una carcassa. Del resto sono tutti qui perché è loro desiderio curare e rendere migliore la vita degli animali» ha dichiarato il prof. Sótonyi. Che, oltre a essere capo del dipartimento di anatomia e istologia è immediatamente diventato anche il beniamino degli studenti.
Come del resto accade da circa 25 anni, visto che il suo approccio unico all’anatomia funziona dal lontano 2000.
La tecnica del prof
«I cavalli sono animali particolarmente intelligenti e collaborativi – spiega ancora il docente ungherese. – La loro fisicità permette di approfondirne meglio l’anatomia. Gli studenti inoltre, sono così sorpresi nel vedersi di fronte, in aula, un animale vivo e così grande che trovano immediatamente spunti per un rinnovato interesse. Il loro coinvolgimento ‘accademico’ è molto più motivato di quanto non sarebbe se studiassero solo su tavole anatomiche».
I cavalli che solleticano l’interesse e l’entusiasmo delle nuove leve di veterinari ungheresi sono messi a disposizione del professor Péter Sótonyi dai reparti ippomontati della polizia di Budapest. Restano buoni e fermi per tutta la lezione. E in cambio, racconta Sótonyi, si aspettano solo qualche zuccherino dagli studenti più temerari.