Il Norico è un vero cavallo da lavoro: potente, rustico, frugale, dal carattere dolce e disponibile ha attraversato i secoli adattandosi continuamente alle esigenze dell’uomo
Un Norico del tipo Pinzgauer, foto di Maria Cristina Magri
Bologna, 24 novembre 2021 – Lo scriveva anche il dottor De Paoli nel 1931: la misura della sua mole sta quasi sempre in diretto rapporto con l’imponenza dei massicci delle varie zone di allevamento.
E non è soltanto una questione di prestanza fisica, quando vedi un Norico pensi subito alle Alpi perché la gente che c’è attorno è gente di montagna. E perché i finimenti e il lavoro che lo vedi svolgere sono quelli che servono per vivere lassù, dove la vita era dura e selezionava uomini e cavalli.
Il Norico è un vero cavallo da lavoro. Potente, rustico, frugale, dal carattere dolce e disponibile ha attraversato i secoli adattandosi continuamente alle esigenze dell’uomo.
La sua storia
E’ considerata una delle razze più antiche d’Europa, discendente dei grandi cavalli, cosiddetti a sangue freddo, che popolavano l’Europa del Nord prima che l’uomo cominciasse ad allevarli e a modificarli con selezione e incroci con altre razze.
I Celti nelle loro tombe dell’Età del Ferro hanno lasciato scheletri di cavalli di grande statura (Hallstatt, vicino a Salisburgo, è la culla della loro civiltà).
L’Impero Romano aveva nella provincia del Noricum un famoso allevamento nel quale confluirono anche soggetti importati dalla Tessaglia e dal Veneto, e durante il Medio Evo qui si era già affermato un cavallo di tipo pesante, robusto e compatto.
A metà del XVI secolo erano i monasteri ad occuparsi della selezione di questo cavallo così utile all’economia locale. Nel 1574 a Salisburgo il principe-vescovo Jakob von Kuen Belasy imporrà di utilizzare solo stalloni autorizzati, ufficializzando le direttive di selezione.
In questo modo la razza migliorò ulteriormente e alcune linee vennero notevolmente ingentilite da apporti di sangue napoletano e spagnolo.
E’ da questi ultimi derivano i mantelli tigrati e pezzati, così apprezzati nel periodo Barocco dalla nobiltà che amava sfoggiare destrieri dal mantello particolarmente vistoso.
Ma non tutti apprezzavano la piega elegante che avevano preso i Norici. A metà del 1600 i contadini salisburghesi fecero una sommossa e tirarono fuori dalle scuderie di monta gli stalloni troppo distinti e leggeri, reclamandone di più adatti alle loro necessità.
Il Norico continuò quindi ad essere il più ricercato cavallo da lavoro delle zone alpine. Ed erano proprio i soggetti più imponenti che venivano mandati per le vecchie strade romane di tutto l’Impero Austro-Ungarico a trasportare merci, ambasciatori equini della potenza asburgica.
Un buon nucleo di fattrici, circa 700, passò al Regno d’Italia assieme all’Alto Adige dopo la Prima Guerra mondiale.
Ritratto dal vero
Ma i Norici come sono dal vivo? Lo chiediamo a Fausto Del Pin, friulano di Udine, appassionato cultore della razza e orgoglioso proprietario di due fattrici iscritte al Libro Genealogico austriaco. «Sono maestosi, eleganti, sembrano davvero cavalli d’altri tempi; affettuosamente intelligenti, se pensano che una cosa si possa fare in modo diverso da quello che proponi te lo fanno capire in modo dolce, senza mettersi in opposizione. E poi non sono semplicemente una razza, i Norici sono un percorso culturale: si portano dentro la nostra storia, la nostra montagna e tutto il lavoro fatto con noi».
Così sono i Norici, profondamente radicati nella cultura della loro gente. E anche nelle leggende quindi, come quella del sole portato in alto ogni giorno da due cavalli…come, due?
Ma erano quattro di solito, guidati da Apollo in persona.
«Nella mitologia romana e greca sì» continua Fausto «ma io parlavo di quella celtica, secondo la quale il Sole era trainato in cielo da due cavalli. Norici ovviamente: per questo bastava una pariglia».
Caratteristiche di razza:
Il Norico è un cavallo brachimorfo: l’altezza media va dai 155 ai 165 cm. al garrese, lo stinco misura dai 21 ai 25 cm. Come altre razze antiche è lento in fase di accrescimento ma molto longevo e resistente, fertile ed energico sino a tarda età. Il mantello più frequente è il morello seguito da sauro, baio, grigio ferro testa di moro, tigrato (maculato in nero o marrone su mantello grigio) e più raramente pezzato. Le linee di sangue attualmente rappresentate derivano da cinque stalloni capi- razza: Vulkan, Nero, Elmar, Schaunitz e Diamant.
Dove trovarlo:
La culla dei Norici è Salisburgo (tipici del distretto di Pinzgau i tigrati dal modello imponente) ma il territorio di produzione comprendeva storicamente anche Alto Adige, Tirolo, Voralberg, Stiria, Carinzia (da cui provengono gli Schaunitz, pieni di temperamento) parte della Baviera , Boemia (Repubblica Ceca) e Carniola (Slovenia).
Un piccolo appunto
Il Norico in Italia fa parte delle popolazioni equine in via di estinzione. Da notare che in Austria il Norico è la razza equina più consistente: 10.000 soggetti iscritti, pari al 75% della popolazione totale.